Verme solitario, come riconoscerlo e contrastarlo
La tenia, nota con il nome comune di verme solitario, è un parassita che nasce e si sviluppa all’interno dell’intestino di alcune specie animali, in particolare dei bovini, i quali generalmente ne vengono a contatto attraverso l’erba dei pascoli o nell’acqua di cui si abbeverano.
Nell’uomo la tenia si trasmette soprattutto ingerendo carne di animali infetti non perfettamente cotta, in genere i sintomi provocati dalla sua presenza sono di lieve o scarsa entità così come è abbastanza facile da eliminare. In alcuni soggetti la presenza del parassita potrebbe però causare problemi piuttosto gravi, talvolta mettendone a rischio persino la vita: per tale motivo è necessario riconoscere la presenza della tenia preventivamente, in maniera tale da tutelarsi e da evitare il contagio con altre persone.
Conformazione fisica e sviluppo della tenia
Si tratta di un verme nastriforme appartenente alla famiglia dei platelminti cestoidi, che può raggiungere anche la lunghezza di oltre cinque metri, dotato di una testa munita di uncini e ventose per ancorarsi all’intestino dell’organismo che la ospita. Il corpo è costituito da segmenti disposti a catena della lunghezza di circa 2 centimetri i quali, con la crescita del verme, aumentano di numero e generano uova. Spesso i segmenti si staccano e vengono eliminati con le feci, senza comunque provocare la morte del verme solitario, che può vivere anche con la sola testa e una sezione di corpo molto ridotta.
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Le cause che provocano lo sviluppo verme solitario
Esistono sei specie di tenie in grado di infettare gli esseri umani, correlate con la specie animale da cui provengono: le più note sono la taenia saginata, proveniente dalla carne infetta di manzo, la taenia solium dalla carne di maiale, e la diphyllobothrium latum, presente nel pesce. Il ciclo di vita della tenia prevede tre stadi, le uova, le larve e gli esemplari adulti. Le larve si sviluppano nei muscoli della vittima prescelta, per tale ragione è possibile contrarre la tenia ingerendo carne infetta poco cotta o cruda: è consigliabile quindi evitare sempre di mangiare carni che non siano perfettamente cotte.
Anche frutta e verdura non lavate adeguatamente possono trasmettere la tenia, così come la vicinanza di concime naturale e sterco di bestiame e i viaggi effettuati in aree geografiche in cui la presenza della tenia sia endemica, come l’Asia meridionale e orientale e l’America latina. La trasmissione può avvenire comunque anche attraverso un’altra persona infetta, a causa del passaggio delle uova attraverso l’intestino: un soggetto infettato che non abbia lavato con cura le mani, può contaminare gli alimenti che tocca, trasmettendo ad altri l’infezione.
Il verme solitario si propaga per ingestione delle uova o per ingestione delle larve: la prima è molto pericolosa e invasiva, poiché le uova possono diffondersi nell’organismo, intaccandone le funzioni vitali, al contrario, l’ingestione di larve provoca unicamente l’infezione intestinale, piuttosto lieve e abbastanza facile da debellare.
I sintomi della presenza del verme solitario
I più comuni sintomi provocati dallo sviluppo del verme solitario nell’intestino sono la nausea unita a diarrea e dolori addominali, ad un senso di stanchezza e affaticamento, perdita di peso, inappetenza o fame esagerata, alterazione del quadro ematico.
Accade molto frequentemente però che la presenza della tenia sia totalmente priva di sintomi, e che l’infezione venga rilevata solo dalla casuale visione di vermi vivi nelle feci. Le gravi complicazioni dovute alla presenza della tenia sono molto rare, e riguardano il blocco dei movimenti intestinali, oltre alla migrazione delle larve in altre parti dell’organismo, causando seri danni al fegato, agli occhi, al cuore e al cervello: in queste situazioni l’infezione si aggrava notevolmente, e può divenire addirittura letale.
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L’infezione invasiva della tenia provoca la formazione di cisti negli organi compromessi, con relativi sintomi anche di grave entità e sovrainfezioni batteriche, febbre anche molto alta, e reazioni allergiche, compresa l’anafilassi.
I trattamenti per l’infezione da tenia
Il farmaco più utilizzato per il trattamento delle infezioni da tenia è il biltricide, che offre un’elevata percentuale di successo, e viene assunto per via orale. Questo prodotto provoca la morte della tenia, il cui corpo verrà successivamente espulso tramite le feci. La durata della terapia e le dosi vengono elaborate dal medico in relazione alla gravità dell’infezione e alla tipologia del verme solitario che l’ha causata.
Metodi di prevenzione
Fortunatamente oggi, grazie alle regole di igiene, alle norme legislative riguardanti il settore alimentare e alle ispezioni che regolarmente vengono effettuate negli allevamenti di animali da macello, le infezioni causate dalla tenia sono piuttosto rare. E’ inoltre possibile ridurre ancora di più l’incidenza di questo parassita nei riguardi dell’uomo lavando scrupolosamente e spesso le mani, ed osservando le regole di base dell’igiene personale , oltre a seguire alcuni semplici accorgimenti di sicurezza alimentare.
Ad esempio: evitare di consumare carne e pesce crudi o non perfettamente cotti, cuocere con cura e a lungo la carne ed eventualmente congelarla per 24 ore al fine di uccidere le eventuali uova di tenia sviluppatesi al suo interno, nel caso di viaggi in paesi in via di sviluppo occorre cucinare sempre con estrema cura tutti i vegetali, utilizzando acqua bollita o trattata con appositi disinfettanti chimici.