Variante Covid in Italia: che cos’è e rischi

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02/01/2021

Nelle ultime settimane in Uk è stata riscontrata una nuova variante del virus Sars-2 che include una mutazione della proteina spike. Il nuovo ceppo consentirebbe al virus di diffondersi più velocemente. La variante ha già oltrepassato i confini ed è arrivata anche nel nostro Paese. Sospesi i voli tra Regno Unito e Italia fino al 6 gennaio.

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Il Dipartimento scientifico del Policlinico militare del Celio, che sta collaborando con l’Istituto superiore di Sanità, ha sequenziato il genoma del virus Sars-2 proveniente da un soggetto risultato positivo con la variante riscontrata nelle ultime settimane in Gran Bretagna.

Lo afferma in una nota il ministero della Salute.

“Il paziente e il suo convivente rientrato negli ultimi giorni dal Regno Unito con un volo atterrato presso l’aeroporto di Fiumicino, sono in isolamento e hanno seguito, insieme agli altri familiari e ai contatti stretti, tutte le procedure stabilite dal ministero della Salute”.

Variante inglese del Covid: il virus circola più velocemente

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Secondo le autorità sanitarie inglesi questo nuovo ceppo consente al virus di circolare più velocemente. Lo confermano anche i dati di domenica 20 dicembre registrati in Gran Bretagna, dove è stato riscontrato un nuovo record di casi (quasi 36 mila in 24 ore).

Sulla base di questo presupposto diversi Paesi europei hanno deciso di sospendere i voli con il Regno Unito. In Italia, l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza e in vigore da oggi prevede lo stop ai voli dalla Gran Bretagna fino al 6 gennaio. La nuova variante, però, ha già oltrepassato i confini del Paese.

Ha dichiarato Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute:

“La variante di Sars-Cov-2 che sta circolando in questo momento a Londra e nel sud-est dell’Inghilterra, presenta delle mutazioni sulla proteina di superficie del virus, la cosiddetta spike. Nonostante si ipotizzi che queste mutazioni possano aumentare la trasmissibilità del virus, non sembrano alternare né l’aggressività clinica né la risposta ai vaccini”.



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