Trigliceridi alti, cause, terapia e prevenzione
L’ipertrigliceridemia è una condizione in cui si verifica una concentrazione di trigliceridi nel sangue molto più elevata di quanto dovrebbe normalmente essere.
Nella maggioranza dei casi i valori anomali possono essere dovuti a eccessi alimentari, come una dieta troppo ricca in grassi, zuccheri e alcol, ma anche a patologie specifiche e all’assunzione regolare di farmaci.
Occorre considerare che la presenza di un elevato livello di trigliceridi nel sangue può essere dannosa per la salute, poiché predispone a malattie cardiovascolari, forme di pancreatite e aterosclerosi. Il trattamento in genere parte dalla dieta, ma prima di iniziare qualsiasi terapia per contrastare l’eccesso di trigliceridi è opportuno rivedere tutto il proprio stile di vita, cercando di eliminare le abitudini non corrette e ricorrendo, se necessario, a farmaci appositi.
- La concentrazione dei trigliceridi nel sangue
- Ipertrigliceridemia come situazione di rischio
- Le cause più comuni dei trigliceridi alti
- Quale meccanismo provoca l’ipertrigliceridemia
- I sintomi e le complicazioni dell’eccesso di trigliceridi
- Terapia per contrastare l’ipertrigliceridemia
- Altre informazione correlate ai trigliceridi:
La concentrazione dei trigliceridi nel sangue
I trigliceridi sono lipidi che l’organismo sintetizza soprattutto dai grassi ingeriti con gli alimenti, al fine di utilizzarli come fonte di energia o di immagazzinarli nel tessuto adiposo.
Il controllo della concentrazione dei trigliceridi è molto importante, poiché permette di individuare, e prevenire, il livello di rischio cardiovascolare: una concentrazione di trigliceridi molto elevata potrebbe favorire l’insorgere di aterosclerosi, coronaropatie, e non raramente anche di infarto e di ictus. In un organismo in buona salute, la trigliceridemia si presenta con un valore tra 50 e 200 mg / dl, e un valore superiore necessita di accurati controlli, al fine di contrastarlo con il trattamento più idoneo.
Ipertrigliceridemia come situazione di rischio
I pericoli legati ad un livello troppo alto di trigliceridi aumentano notevolmente quando si associano altri elementi di rischio, quali possono essere un eccesso di colesterolo LDL unito alla riduzione di colesterolo HDL, specialmente se accompagnati da diabete: per tale ragione, quando il medico conferma una situazione di ipertrigliceridemia, provvede a verificare anche la quantità di colesterolo e i valori glicemici, per avere un quadro più chiaro e preciso.
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Spesso i trigliceridi alti costituiscono un indicatore per la diagnosi della sindrome metabolica: si tratta di una situazione in cui, contemporaneamente, compaiono almeno tre elementi di rischio cardiovascolare, tra ipertensione, ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia, obesità addominale e iperglicemia.
Le cause più comuni dei trigliceridi alti
Diversamente da quanto si potrebbe pensare, le cause di un livello elevato di trigliceridi nel sangue non sono sempre così facili ad identificarsi, anche se la dieta è, ovviamente, quella che influisce maggiormente.
Spesso infatti questa alterazione metabolica ed ematica proviene da un eccessivo consumo di grassi saturi, di carboidrati e di alcol, ma anche dal fumo, dalla vita sedentaria, dal sovrappeso e dall’obesità. In alcuni casi i trigliceridi alti si legano alla sindrome metabolica, al diabete non adeguatamente trattato, all’insufficienza renale e nefrotica, a malattie endocrine, come le disfunzioni tiroidee e la sindrome di Cushing, alla cirrosi epatica e alla pancreatite.
Anche l’assunzione continuata di alcuni farmaci può causare un anomalo incremento del livello di trigliceridi, di solito è un effetto che può essere generato da betabloccanti, corticosteroidi, anticoncezionali, cure a base di ormoni e terapie antitumorali. Esiste anche, per quanto sia molto rara, una predisposizione ereditaria e genetica all’ipertrigliceridemia.
Quale meccanismo provoca l’ipertrigliceridemia
Con meccanismi diversi, sia l’intestino che il fegato sintetizzano i trigliceridi, che vengono poi trasportati nel sangue tramite i chilomicroni e le cellule VLDL, per diffondersi a tutto l’organismo, dove verranno utilizzati in parte come fonte di energia, in parte come riserva e come difesa contro il freddo, mentre i vettori si esauriscono e vengono smaltiti.
Se non sussistono patologie e disfunzioni particolari, la produzione di trigliceridi riesce a soddisfare in misura equilibrata il fabbisogno dell’organismo: al contrario, quando si presentano situazioni patologiche e anomalie, la produzione di trigliceridi non equilibra la richiesta, e i vettori stessi si accumulano nel sangue, con il risultato di una quantità di trigliceridi troppo elevata o insufficiente.
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I sintomi e le complicazioni dell’eccesso di trigliceridi
Di per sé, l’accumulo dei trigliceridi non comporta alcun sintomo, a meno che non si tratti di valori veramente altissimi, che potrebbero provocare pancreatiti acute, sintomi neurologici e problemi oculari: si tratta in genere di situazioni correlate a malattie genetiche e fattori di predisposizione ereditaria, come l’iperlipidemia combinata familiare.
Possono però insorgere, anche in mancanza di sintomi, problemi cardiovascolari, aterosclerosi e pancreatite acuta, fino alla distruzione del pancreas. In ogni caso, la diagnosi necessita, prima di tutto, di un’analisi del sangue, per controllare il valore sia dei trigliceridi che del colesterolo.
Terapia per contrastare l’ipertrigliceridemia
La terapia e i rimedi per l’eccesso di trigliceridi è personalizzata da un soggetto all’altro, e include il riadeguamento di uno stile di vita e di un’alimentazioni equilibrati e salutari. Nel caso in cui questi rimedi si rivelassero insufficienti, il medico potrebbe decidere di integrarli con trattamenti farmacologici specifici: niacina, olio di pesce, acidi grassi essenziali e antiossidanti. Resta comunque di grande utilità seguire una dieta equilibrata, praticare una moderata attività fisica, prediligere alimenti freschi e sani, come cereali integrali, frutta e verdura, carni bianche, pesce e legumi.
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