Tiroiditi autoimmuni: che cosa sono e come si curano?
Le tiroiditi autoimmuni di tipo cronico (la tiroidite di Hashimoto e la malattia di Graves) sono le più importanti manifestazioni patologiche a carico della tiroide.
La tiroidite di Hashimoto è una malattia infiammatoria cronica, caratterizzata da un gozzo (aumento di dimensione della tiroide) ed ipotiroidismo (ridotta produzione di ormoni tiroidei).
La malattia è provocata dalla distruzione delle cellule follicolari tiroidee da parte dei linfociti T.
Questo determina una ridotta produzione di ormoni tiroidei. Un decremento nella produzione di ormoni tiroidei si traduce in un aumento della secrezione di TSH (o tireotropina, ormone stimolante la tiroide) da parte dell’ipofisi che, stimolando la proliferazione cellulare, determina un aumento delle dimensioni della ghiandola.
La malattia è causata anche dalla produzione di autoanticorpi.
Infatti, circa il 70% dei soggetti affetti presenta elevati livelli ematici di anticorpi diretti contro la tireoglobulina (precursore degli ormoni tiroidei) e la perossidasi tiroidea (enzima coinvolto della sintesi degli ormoni tiroidei).
La patologia colpisce prevalentemente soggetti di sesso femminile ed è più frequente tra i membri di una stessa famiglia.
Esiste, inoltre, un’associazione tra l’espressione dei geni HLA-DR3 e HLA-DR5 e lo sviluppo della patologia.
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La malattia di Graves è clinicamente caratterizzata da un gozzo con ipertiroidismo (aumentata produzione di ormoni tiroidei).
La malattia è causata dalla produzione di autoanticorpi, infatti circa il 90% dei soggetti affetti presenta elevati livelli ematici di anticorpi diretti contro il recettore del TSH (TSHR).
Questi autoanticorpi non provocano danno cellulare, ma inducono una iperstimolazione del TSHR.
Come conseguenza si ha un aumento della captazione di iodio (costituente fondamentale degli ormoni tiroidei) da parte delle cellule follicolari tiroidee, aumentata produzione di ormoni tiroidei ed un incremento di dimensione della ghiandola.
Un’infezione virale viene considerata come una delle possibili cause scatenanti della risposta autoimmunitaria.
Le donne presentano la patologia con una frequenza 10 volte superiore rispetto agli uomini.
Un’associazione tra l’espressione del gene HLA-DR3 e lo sviluppo della patologia si rileva nel 50% dei pazienti.