Tamponi rapidi dai medici di base e pediatri: arriva l’accordo

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29/10/2020

Medici di base e pediatri di libera scelta sono tenuti a effettuare i tamponi rapidi. Paolo Biasci (Federazione Italiana Medici Pediatri): “Circa 50 mila tamponi rapidi antigenici al giorno, da qui a fine dicembre”. Stanziati 30 milioni di euro.

Tampone, Covid

Sottoscritto dai medici di base e dai pediatri di libera scelta un nuovo accordo collettivo nazionale, che ha un valore erga omnes.

Tutti saranno tenuti ad effettuare i tamponi rapidi. Le sigle sindacali dei pediatri hanno tutte firmato l’accordo coprendo il 100% dei pediatri di libera scelta, quelle dei medici di famiglia che hanno dato l’ok coprono il 70% dei medici di base.

Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, durante l’audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato, ha sottolineato che “l’epidemia è largamente diffusa in tutta l’Italia. L’indice Rt è in tutte le Regioni superiore a 1”.

“Ringrazio i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta che hanno sottoscritto oggi, con senso di responsabilità, il nuovo accordo collettivo nazionale”, ha scritto il ministro della Salute, Roberto Speranza, su Facebook.


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Biasci (Fimp): “Circa 50 mila tamponi rapidi antigenici al giorno”

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Il presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), Paolo Biasci, ha dichiarato che ci sarà la disponibilità complessiva di “circa 50 mila tamponi rapidi antigenici al giorno, da qui a fine dicembre, tra i pediatri di libera scelta ed i medici di famiglia”. E ha aggiunto: “Daremo un grandissimo contributo ai dipartimenti di prevenzione territoriali che stanno affogando subissati dalle richieste di test”.

Nel pomeriggio del 28 ottobre il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha risposto a Montecitorio spiegando nel dettaglio i provvedimenti del governo contenuti nell’ultimo decreto anti-coronavirus e nel DL Ristori: “Stanziati 30 milioni per tamponi rapidi con medici e pediatri”.

Il premier Conte ha ammesso che le nuove misure prese per arginare le infezioni sono severe, ma senza di esse il virus sarebbe fuori controllo:

“Siamo pienamente consapevoli che si tratta di misure severe, ma le riteniamo necessarie per contenere i contagi. Diversamente la curva epidemiologica è destinata a sfuggirci completamente di mano”.



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