Tampone faringeo: indicazioni, preparazione e costi

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02/01/2020

Il tampone faringeo è un esame diagnostico non invasivo che viene effettuato per rilevare la presenza nel cavo orale di eventuali batteri come lo streptococco beta-emolitico di gruppo A, chiamato anche comunemente SBEGA. Questo è infatti l’unico batterio potenzialmente pericoloso in caso di mal di gola e qualora l’infezione fosse causata dallo SBEGA sarebbe necessario intervenire con una cura antibiotica al fine di raggiungere velocemente la guarigione. Il tampone faringeo in sostanza consente di effettuare una diagnosi certa ed accurata del cavo orale, escludendo quelle infezioni che potenzialmente potrebbero essere pericolose sia negli adulti che nei bambini.

Questo esame diagnostico è molto semplice e non comporta alcun tipo di dolore o fastidio. Lo stesso procedimento è facilissimo: il medico strofina infatti un bastoncino nella gola del paziente per prelevare un campione di tessuto e successivamente inviarlo al laboratorio per l’analisi. Si tratta dunque di un esame che non deve preoccupare, ma che prevede una certa preparazione di base per evitare che si verifichino falsi positivi.

Tampone faringeo: cos’è e perchè è importante

Il tampone faringeo è un esame diagnostico di laboratorio, che consiste nell’analisi di un campione di mucosa e secrezioni raccolto all’interno del cavo orale del paziente. Si tratta di un test importante perchè consente di scovare facilmente e in modo non invasivo l’eventuale presenza di batteri potenzialmente pericolosi, come lo Streptococco beta-emolitico di gruppo A. Un’infezione causata da questo batterio può infatti avere complicanze importanti se non trattata in modo adeguato, andando a compromettere anche altri organi come i reni, il cuore e le articolazioni.


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Come ormai sappiamo quasi tutti, il mal di gola è un disturbo piuttosto frequente che può essere causato da moltissimi fattori di natura diversa. Nella maggior parte dei casi la sensazione di dolore è dovuta ad un’infiammazione che si risolve spontaneamente entro alcuni giorni. Spesso però non è facile diagnosticare la presenza di batteri come lo streptococco, se non attraverso un esame di laboratorio specifico.

Il tampone faringeo prevede due esami di laboratorio:

  • la coltura batterica, utile per individuare la presenza di streptococchi e altri batteri;
  • l’antibiogramma, utile per identificare la terapia antibiotica più indicata nello specifico.

Tampone faringeo: indicazioni

Il tampone faringeo può rivelarsi utile per la diagnosi di un’infezione da streptococco, che come abbiamo appena accennato non sempre si riesce a diagnosticare mediante la semplice visita di routine. I sintomi infatti possono essere molto simili a quelli di una banale infiammazione come la tonsillite, che seppur fastidiosa e dolorosa necessita solo in alcuni casi di una terapia antibiotica.

Nella maggior parte dei pazienti, il comune mal di gola tende a risolversi spontaneamente. Possono tornare utili alcuni rimedi naturali eventualmente, per alleviare il fastidio e la sensazione di bruciore ma non per accelerare il processo di guarigione che è del tutto spontaneo. Nel caso di infezione da streptococco beta-emolitico di gruppo A invece è importante intraprendere una cura specifica per evitare complicazioni gravi in seguito.

Il sospetto di un’infezione da SBEGA può venire quando il paziente manifesta i seguenti sintomi:

  • Mal di gola;
  • Placche in gola e tracce bianche sulle tonsille;
  • Ghiandole sottomandibolari gonfie;
  • Lingua a fragola;
  • Petecchie sul palato.

In alcuni pazienti possono comparire anche febbre, dolori articolari e altri sintomi secondari dovuti all’infezione. In presenza di questi sintomi vale la pena effettuare un tampone faringeo per appurare l’origine del mal di gola ed escludere la presenza di un’infezione batterica da SBEGA.


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Tampone faringeo: preparazione all’esame

Come abbiamo accennato, il tampone faringeo è un esame davvero molto semplice e del tutto indolore per il paziente. Questo però non significa che non sia necessario attenersi ad alcune regole in preparazione all’esame. Se infatti il campione raccolto mediante il tampone faringeo dovesse risultare alterato, potrebbero generarsi dei falsi negativi.

Prima di effettuare il tampone è importante che il paziente osservi queste semplici regole:

  • Evitare di lavare i denti alcune ore prima della raccolta del campione;
  • Evitare di bere liquidi (compresa l’acqua) alcune ore prima della raccolta del campione;
  • Rispettare il digiuno di alcune ore prima della raccolta del campione;
  • Aspettare almeno 10 giorni in caso di terapia antibiotica.

Come viene effettuato l’esame

Il tampone faringeo prevede per il paziente solo un piccolissimo fastidio nel momento della raccolta da parte del medico delle secrezioni faringee dal cavo orale. Solitamente viene posizionato un abbassalingua e viene strofinato con delicatezza un bastoncino tipo cotton fioc sulla gola e sulle tonsille. In questo modo è possibile raccogliere il campione, che viene successivamente inviato al laboratorio di analisi per un’analisi accurata.

In alcuni casi il tampone faringeo prevede solamente l’esame colturale e quindi la ricerca di eventuali batteri come lo streptococco, mentre in altri viene associato anche all’antibiogramma. Quest’ultimo ha lo scopo di fornire indicazioni utili al medico in merito alla terapia antibiotica più adeguata per la cura dell’infezione.

Per il paziente non cambia molto al momento della raccolta del campione: l’unica differenza sta nei tempi di risposta all’esame, che potrebbero allungarsi di un paio di giorni.



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