Sindrome temporo-mandibolare: cause e rimedi

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24/03/2017

La sindrome temporo-mandibolare è un disturbo che dipende dal malfunzionamento dell’articolazione che collega la mandibola inferiore a quella superiore. Provoca dolore e l’impossibilità di compiere certi movimenti della mandibola, come aprire completamente la bocca. 

Sintomi della sindrome temporo-mandibolare

Come riconoscere la sindrome temporo-mandibolare? Ci sono alcuni sintomi che la caratterizzano in modo particolare:

  • Difficoltà nell’aprire la bocca;
  • Dolore nell’aprire la bocca e nel muovere la mandibola;
  • Scricchiolio della mandibola;
  • Sensazione di blocco della mandibola;
  • Dolore durante la masticazione;
  • Dolore al collo;
  • Cefalea;
  • Mal di denti;
  • Dolore all’interno delle orecchie;
  • Vertigini.

Come è evidente dall’elenco dei sintomi, la sindrome temporo-mandibolare si riconosce principalmente da una sensazione di dolore e di blocco a livello della mandibola ma possono essere coinvolte anche altre parti del viso come le orecchie, il collo e la testa.

Le cause della sindrome temporo-mandibolare

La sindrome temporo-mandibolare può avere diverse cause, quindi conviene rivolgersi al proprio medico di fiducia se si avvertono i sintomi, in modo da poter appurare quale sia il motivo del disturbo. Tra le possibili cause della sindrome temporo-mandibolare troviamo:

  • Bruxismo (digrignamento dei denti, soprattutto notturno);
  • Malocclusione;
  • Traumi della mandibola, del collo o della testa;
  • Artrosi;
  • Otutrazioni o protesi dentarie eseguite in modo scorretto.

Diagnosi del disturbo: medico o dentista?

Spesso quando ci si trova di fronte ad un disturbo di questo tipo non si sa bene a quale specialista rivolgersi: al proprio medico di fiducia oppure al dentista? Generalmente, per diagnosticare la sindrome temporo-mandibolare occorrono esami specifici che possono essere prescritti sia dal medico di base che dal dentista.

Tra gli esami che possono tornare utili per riconoscere la presenza di una sindrome temporo-mandibolare troviamo la TAC, la risonanza magnetica nucleare e l’elettromiografia.


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In alcuni casi non è necessario ricorrere ad esami specifici per riconoscere la sindrome temporo-mandibolare: i sintomi sono spesso sufficienti per riconoscere la presenza del disturbo.

Come si cura la sindrome temporo-mandibolare?

Come abbiamo visto, la sindrome temporo-mandibolare può dipendere da cause differenti: per questo motivo non esiste una cura universale ma per poter guarire da questo disturbo bisogna curare prima di tutto la sua causa. Sicuramente, il dolore può essere trattato con alcuni farmaci specifici come l’aspirina o i FANS, mentre se il problema è rintracciato nel muscolo potrebbe essere utile assumere dei miorilassanti o rivolgersi all’agopuntura.

Se la sindrome temporo-mandibolare è causata dal bruxismo, è fondamentale agire direttamente sul problema e quindi applicare un bite (come vedremo più avanti), mentre se la causa dipende da una masticazione scorretta bisognerà rivolgersi al dentista per sistemare l’allineamento della dentatura. 

Per ridurre il dolore o l’infiammazione appena si avverte il fastidio, si possono applicare degli impacchi freddi direttamente sulla zona interessata e risulta anche utile evitare i cibi troppo duri e croccanti, in modo da non sforzare la mandibola più del dovuto.

Sindrome temporo-mandibolare e bruxismo

biteCome abbiamo già accennato, la sindrome temporo-mandibolare può essere causata dal bruxismo, ossia dalla tendenza a digrignare i denti. Molti pazienti non sono consapevoli di soffrire di bruxismo perchè spesso e volentieri il digrignamento dei denti avviene durante la notte ed è quindi completamente inconscio. Come riconoscere allora un problema di bruxismo? Ci sono alcuni segnali che dovrebbero farci sospettare: 

  • Dolore alla mandibola o difficoltà ad aprirla completamente;
  • Dolore alla cervicale;
  • Denti più sensibili al caldo e al freddo;
  • Mal di testa;
  • Dolore alle orecchie.

Naturalmente, i sintomi del bruxismo sono molto simili a quelli della sindrome temporo-mandibolare: diventa quindi difficile, spesso, distinguere il bruxismo. Il dentista, tuttavia, riesce spesso a fare una diagnosi più accurata e ad indicare la presenza di un disturbo di questo tipo o meno.


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In caso di accertato bruxismo come causa della sindrome temporo-mandibolare, sarà opportuno trattare il disturbo con il bite: si tratta di un apparecchio mobile che avvolge i denti ed impedisce che questi vengano occlusi eccessivamente durante la notte.

Bruxismo: attenzione al bite!

Il bite è un apparecchio piuttosto semplice, che serve essenzialmente per evitare che durante la notte vengano digrignati i denti, provocando così problemi di masticazione e dolori temporo-mandibolari. Tuttavia al giorno d’oggi si possono trovare in commercio dei bite a costi nettamente vantaggiosi ma di misure standard: si tratta di apparecchi che non servono a nulla perchè un bite, per poter essere realmente efficacie, deve essere realizzato su misura, ricalcando la struttura dentale del paziente.

Se quindi soffrite di bruxismo e dovete provvedere ad indossare un bite, non commettete l’errore di acquistare prodotti scadenti a prezzi stracciati ma rivolgetevi al vostro dentista. 

Come prevenire il bruxismo con l’alimentazione

Al di là del bite, che è un apparecchio sicuramente indispensabile per risolvere il problema del bruxismo, anche una corretta alimentazione può fare la differenza. Per evitare di digrignare i denti durante la notte, sarebbe meglio evitare infatti zuccheri, alcol e caffè nelle 5 ore prima di coricarsi: questi alimenti infatti non fanno altro che rendere più nervosi e indurre il digrignamento dei denti.



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