Setticemia: tutto quello che c’è da sapere su questa brutta condizione

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21/01/2018

La setticemia, nota anche come sepsi, è la gravissima conseguenza di un processo infettivo che, se non diagnosticata e trattata adeguatamente, può avere un esito letale, sfociando nello shock settico, una condizione che coinvolge tutto l’organismo e richiede il ricovero immediato in terapia intensiva. A determinare la setticemia è il passaggio nel sangue di batteri patogeni, che generano focolai infettivi diffusi in tutto il corpo.

Non è una patologia semplice né da diagnosticare né da trattare, con un’evoluzione imprevedibile, che può provocare la morte in pochi giorni o svilupparsi con un decorso lento e riacutizzarsi periodicamente. La patologia si sviluppa nel momento in cui un’infezione diffusa nel sangue provoca una reazione infiammatoria e la conseguente formazione di microtrombi, che ostacolano l’apporto di ossigeno e di sostanze nutrienti agli organi, provocandone il rapido deperimento.

Le cause della setticemia

Sostanzialmente, qualsiasi infezione può essere la fonte di una setticemia, dall’ascesso dentario all’otite, anche se le patologie più rischiose sono le infezioni del sangue, le meningiti, le polmoniti e le infezioni che coinvolgono l’addome e i reni, spesso provocate da stafilococchi, escherica coli e candida.

E’ più frequente nelle persone anziane, negli immunodepressi, nei soggetti debilitati, nei pazienti ai quali siano stati inseriti il catetere o il tubo endotracheale e in tutte quelle situazioni in cui le difese naturali dell’organismo non siano in grado di contrastare il processo infiammatorio.


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A provocare un’infezione nel sangue e una setticemia può essere anche la conseguenza di un intervento chirurgico o di un aborto.

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Sintomatologia e diagnosi

I sintomi della setticemia includono i segni tipici dell’infezione che l’ha provocata, ai quali si vanno ad aggiungere una temperatura anormalmente elevata o bassa, un’alterazione della concentrazione di globuli bianchi nel sangue, che appaiono in quantità enorme o troppo bassa, tahicardia e iperventilazione.

Nelle forme più gravi si manifestano anche cefalea, confusione mentale, delirio, scarsa ossigenazione del sangue, difficoltà a urinare, vomito, alterazioni ematiche e comparsa di chiazze arrossate sulla pelle. Lo stadio terminale della setticemia è lo shock settico, che si manifesta con una marcata ipotensione, e richiede un trattamento di emergenza.

La diagnosi della setticemia non è sempre tempestiva, in quanto richiede diversi accertamenti, e spesso può essere confusa con patologie che provocano sintomi molto simili. Le analisi più utili a verificare uno stato setticemico sono gli esami del sangue e delle urine uniti ad alcune indagini di diagnostica per immagini (TAC, ecografia, risonanza magnetica).

Molto diverso è invece il decorso della setticemia fulminante, causata da un enorme quantità di meningococco nel sangue, che provoca rapidamente uno shock settico, spesso con esito mortale

Trattamento medico e terapie

Il trattamento della setticemia è complesso e include diversi metodi, il primo dei quali è la somministrazione di antibiotici ad ampio spettro tramite flebo: successivamente, dopo i risultati delle analisi, si provvederà a somministrare antibiotici specifici in relazione al ceppo batterico responsabile dell’infezione.

Possono rivelarsi utili farmaci vasopressori per contrastare l’ipotensione, corticosteroidi per ridurre l’infiammazione, insulina, antidolorifici e farmaci che agiscono sul sistema immunitario. Se la gravità del caso lo richiede, il paziente viene ricoverato in terapia intensiva per la somministrazione di ossigeno e la dialisi.

Nel caso in cui il focolaio infettivo fosse un ascesso, potrebbe essere necessario rimuoverlo chirurgicamente. Occorre comunque tenere conto che il tasso di mortalità della setticemia si aggira dal 15% al 35% in relazione alla gravità e supera il 50% nel caso di shock settico.


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La setticemia dei neonati

La setticemia neonatale insorge in due modalità differenti: precoce, quando si manifesta immediatamente a seguito di un’infezione batterica dell’apparato genitale e urinario trasmessa dalla madre durante il parto; tardiva, quando compare nei primi tre mesi di vita, anche a causa dell’applicazione di cateteri e intubazioni.

Nel caso in cui si sospetti una setticemia neonatale, è necessario sottoporre il bimbo ad un trattamento rapido e intensivo, poiché la pelle, l’apparato respiratorio, gli occhi e il sistema gastrointestinale di un neonato possono essere facilmente colonizzati dai batteri.

Gli elementi di rischio di una setticemia neonatale sono le infezioni contratte dalla madre e non trattate durante il travaglio, la rottura delle membrane prima del termine previsto, le infezioni urinarie e le condizioni di scarsa nutrizione della madre, la nascita prematura e il parto difficile, oltre ad eventuali patologie contratte dal neonato.

Le differenze con la batteriemia

La batteriemia è costituita dalla presenza occasionale di batteri all’interno del sistema circolatorio, molto diversa da una setticemia, in quanto si tratta di un fenomeno transitorio e spesso totalmente privo di sintomi. E’ causata di solito da una lesione, che favorisce l’ingresso dei batteri nel sangue, o da una ghiandola linfatica infetta che provoca la diffusione dei germi attraverso i canali linfatici.

Solitamente, i germi coinvolti nella batteriemia vengono rimossi dagli elementi del sistema immunitario situato nei diversi organi interni, e la patologia non provoca conseguenze gravi, pur trattandosi di un’infezione potenzialmente pericolosa, che necessita un adeguato trattamento.

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La setticemia post chirurgica

A seguito di un intervento chirurgico, si manifestano talvolta infezioni più o meno gravi, dovute all’inserimento di un catetere o di un tubo di drenaggio o all’incisione di un ascesso. In genere, questo problema riguarda i pazienti con patologie croniche e forme di immunodepressione, e nella maggior parte dei casi si tratta di batteriemie o di infezioni transitorie a bassa carica batterica e ad esito benigno, ad eccezione delle situazioni particolarmente gravi e della presenza di patologie complesse.

Di solito le infezioni post chirurgiche si evolvono positivamente senza ricorrere ad alcun farmaco, si raccomanda comunque di rivolgersi immediatamente al medico quando, dopo un intervento chirurgico, si manifestassero febbre alta, dolori, brividi e disturbi respiratori, poiché se non diagnosticata in tempo e in presenza di patologie sovrapposte, una batteriemia può facilmente degenerare e aggravarsi.

I metodi di prevenzione della setticemia

Fortunatamente, la setticemia non è contagiosa, e non si trasmette da un individuo all’altro, ma semplicemente attraverso lesioni o altre patologie. Possono però essere contagiose le patologie che provocano questa complicazione, e per i bambini la miglior forma preventiva è rappresentata dalle vaccinazioni.

Per gli adulti con un sistema immunitario debole o compromesso, sono sempre utili le precauzioni di carattere generale: mantenere uno stile di vita equilibrato e una dieta bilanciata, rispettare le regole di igiene personale, evitare il contatto con le persone affette da patologie infettive, evitare il fumo e l’assunzione di sostanze stupefacenti.



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