Screening neonatale: i test danno ottimi risultati

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10/09/2021

Una importante collaborazione è stata siglata in questi giorni tra la scuola medica dell’Università di Harvard e i ricercatori dell’Università di Firenze. L’obiettivo di questa collaborazione, è quello di individuare e definire insieme dei nuovi programmi di screening neonatale. A farsi avanti, è stata proprio l’importante università americana, dopo aver constatato che i test che erano stati sviluppati dai nostri ricercatori italiani (e per l’esattezza dalle equipe dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer e da quella dell’Università di Firenze), si sono dimostrati di gran lunga più affidabili ed efficaci rispetto a quelli statunitensi.

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In particolare, i test in questione hanno palesato maggiore affidabilità nell’individuazione di quella che viene definita una delle immunodeficienze congenite più gravi in assoluto, quella cioè derivante da deficit dell’enzima ‘adenosina deaminasi’. Ma la grande efficienza di questi test italiani –ai quali però hanno preso parte anche ricercatori tedeschi ed inglesi- che ha spinto poi l’Università di Harvard a stringere la collaborazione, è rappresentata dal fatto che i risultati si sono rivelati di enorme utilità proprio per quanto concerne l’individuazione di tale deficit fin dalla sua fase più precoce, come spiega bene Giancarlo

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La Marca, ricercatore del Dipartimento di Farmacologia :

“I nostri esperimenti hanno consentito di prevedere malattie dopo solo due giorni di vita anche se queste patologie potranno insorgere nei mesi e intorno ai 7 anni mentre i test sviluppati dai colleghi americani si sono rivelati meno attendibili”.

Il test diagnostico di cui parla La Marca, è stato scoperto e brevettato proprio da lui e da Massimo Resti e Chiara Azzari, presso l’Università di Firenze.



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