Ranitidina: un gastroprotettore da preferire al Lansoprazolo

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13/09/2018

Ranitidina è un farmaco che appartiene alla classe degli antagonisti dei recettori dell’istamina H2 ed è specificatamente pensato per ridurre la secrezione di acidi a livello gastrico. Viene quindi prescritto per il trattamento di una serie di disturbi a carico dell’apparato gastrointestinale come l’ulcera duodenale e il reflusso gastroesofageo. In sostanza quindi la Ranitidina svolge pressochè la stessa funzione degli inibitori della pompa protonica (come il Lansoprazolo) ma con una notevole differenza. Se infatti questi ultimi sono piuttosto pericolosi perchè possono provocare problemi di cuore, la Ranitidina risulta molto più sicura.

Parliamo comunque di un medicinale che richiede la prescrizione medica per essere acquistato in farmacia: presenta delle controindicazioni da tenere sempre a mente e degli effetti collaterali che è meglio conoscere prima.

Ranitidina: indicazioni terapeutiche

Ranitidina è indicato per il trattamento di patologie e disturbi del tratto gastrointestinale superiore, proprio perchè è in grado di ridurre la secrezione acida da parte dello stomaco. In particolare, questo farmaco viene prescritto negli adulti per il trattamento dei seguenti disturbi:

Il medicinale può essere prescritto, ai giusti dosaggi, anche ai bambini dai 3 ai 18 anni e in questo caso viene generalmente impiegato per il trattamento delle seguenti patologie:

  • Ulcera peptica;
  • Esofagite da reflusso o da acidità di stomaco.

Controindicazioni ed avvertenze

Ranitidina è controindicata e quindi non può essere assunta dai pazienti che presentano ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti contenuti nel medicinale. Non esistono altre controindicazioni specifiche, quindi si tratta di un medicinale che potenzialmente possono assumere tutti coloro che non risultano allergici.


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Va precisato però che Ranitidina non può essere somministrata nemmeno ai bambini di età inferiore ai 3 anni e alle donne in allattamento perchè passa nel latte materno. Le donne in gravidanza non dovrebbero assumerla, a meno che il medico non decida che sia strettamente necessario.

Posologia: modi e tempi di somministrazione

Ranitidina è un medicinale che richiede la ricetta medica per essere acquistato in farmacia, quindi sarà il medico ad indicare la posologia corretta da seguire, sulla base dell’entità del disturbo e della storia clinica del paziente. Tuttavia, in caso di dubbi, nel bugiardino del farmaco sono indicati modi e tempi di somministrazione quindi si può fare riferimento a quelli, evitando di superare i dosaggi massimi consentiti.

  • Adulti e ragazzi di età superiore ai 12 anni: 1 compressa da 300 mg al giorno, da assumere la sera prima di coricarsi.

La terapia può essere protratta fino a 8 settimane e nei casi più gravi fino a 12 settimane. Le compresse si possono assumere sia a stomaco vuoto che a stomaco pieno, indifferentemente.

Interazione con altri farmaci

Ranitidina potrebbe entrare in interazione con l’effetto di altri medicinali, quindi è sempre importante informare il medico o il farmacista qualora si stessero già assumendo altri farmaci oltre a questo. In particolare, bisogna prestare attenzione ai seguenti medicinali, che potrebbero modificare l’effetto di Ranitidina o viceversa:

  • Alcuni farmaci utilizzati per il trattamento dell’asma, come la teofillina;
  • Alcuni farmaci utilizzati per il trattamento del diabete, come il glipizide;
  • Alcuni farmaci antifungini, come il ketoconazolo;
  • Alcuni farmaci impiegati per il trattamento dell’HIV, come delaviridine;
  • Alcuni farmaci impiegati per il trattamento del cancro ai polmoni, come gefitinib;
  • Alcuni medicinali usati per il trattamento delle aritmie cardiache;
  • Farmaci che migliorano l’umore, come triazolam;
  • Anticoagulanti cumarinici come il warfarin.

Effetti collaterali indesiderati

Ranitidina, come tutti i medicinali, può dare vita ad effetti collaterali indesiderati, alcuni più comuni di altri. Per ridurre al minimo il rischio di comparsa di tali manifestazioni conviene sempre attenersi alla posologia consigliata dal medico ed evitare sovraddosaggi.


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Effetti indesiderati non comuni (almeno 1 paziente su 1.000)

  • Mal di stomaco, nausea o costipazione (specialmente all’inizio del trattamento);
  • Stanchezza.

Effetti indesiderati rari (almeno 1 paziente su 10.000)

  • Reazione allergiche di ipersensibilità (orticaria, febbre, ipotensione, spasmo bronchiale, dolori al petto, ecc.);
  • Prurito ed eruzioni cutanee;
  • Sensazione di agitazione edd irrequietezza.

Effetti indesiderati molto rari (almeno 1 paziente su 100.000)

  • Allucinazioni, confusione mentale e depressione;
  • Mal di testa e giramenti di testa;
  • Disturbi del movimento involontario;
  • Visione offuscata;
  • Vasculite;
  • Pancreatite acuta;
  • Diarrea;
  • Epatite;
  • Dolori muscolari e articolari;
  • Renite interstiziale;
  • Impotenza temporanea;
  • Aritmie cardiache;
  • Shock circolatorio.

Ranitidina in gravidanza: è sicura?

Come abbiamo già accennato, Ranitidina è un farmaco che non dovrebbe essere assunto dalle donne in gravidanza e nemmeno durante l’allattamento perchè passa nel latte materno. Non si tratta quindi di un medicinale considerato sicuro durante la gestazione e come sappiamo in gravidanza sarebbe sempre meglio interrompere l’assunzione di qualsiasi farmaco. Il medico tuttavia potrebbe considerare il rapporto rischio-beneficio e prescrivere ugualmente Ranitidina. Conviene comunque sentire sempre il parere di più specialisti, perchè durante la gestazione qualsiasi farmaco è potenzialmente dannoso e non vale la pena rischiare se non strettamente indispensabile per la salute della madre.

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