Pacemaker: cos’è, come funziona, intervento e controindicazioni
Il pacemaker è un piccolo dispositivo in grado di stimolare elettricamente la contrazione del cuore e quindi di regolarizzare il ritmo cardiaco. Possono essere diversi i motivi che spingono un medico ad optare per questa soluzione, ma nella maggior parte dei casi il pacemaker viene impiantato per tenere sotto controllo le aritmie cardiache o il blocco atrioventricolare e riportare quindi il cuore ad un normale funzionamento. Come vedremo tra poco, l’intervento chirurgico è ormai piuttosto semplice e sicuro ma dopo l’operazione è previsto un periodo di convalescenza. Inoltre, dopo l’impianto del pacemaker il paziente deve prestare una certa attenzione nell’utilizzo di altri dispositivi elettronici perchè potrebbero creare delle interferenze con l’apparecchio.
In alcuni casi viene impiantato un pacemaker temporaneo, che viene tolto una volta che il paziente è considerato fuori pericolo.
Pacemaker: cos’è e come funziona?
Il pacemaker è un dispositivo elettronico dalle dimensioni molto piccole: pesa circa 21 grammi e non supera i 7 cm di grandezza. E’ composto da un generatore computerizzato, da una batteria al litio e da piccoli cavi con degli elettrodi alle estremità che collegano il generatore al cuore. Se il ritmo cardiaco rilevato non è normale, il pacemaker invia degli impulsi elettrici al muscolo cardiaco attraverso i cavetti che collegano l’apparecchio al cuore e che quindi stimolano la contrazione.
Il dispositivo viene inserito sottopelle e la batteria ha generalmente una durata di 7-8 anni. Una volta che si esaurisce, deve essere sostituita mediante un nuovo intervento, che però non risulta pericoloso. Gli elettrodi che raggiungono il cuore rimangono gli stessi e viene cambiato esclusivamente l’apparecchio, che viene sostituito con uno nuovo.
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Intervento e pericoli per gli anziani
L’installazione del pacemaker richiede un intervento chirurgico, che viene effettuato ormai con una certa sicurezza e presenta pochi pericoli. Per controllare però che dopo l’installazione il dispositivo funzioni correttamente, di solito il paziente viene ricoverato e deve trascorrere una notte in osservazione. La durata dell’intervento è piuttosto breve: si va dai 30 ai 90 minuti a seconda dei casi ed il paziente è generalmente cosciente durante l’operazione ma l’area in cui vengono inseriti gli elettrodi viene anestetizzata per evitare che il paziente senta dolore. L’operazione quindi non è dolorosa e al massimo si può avvertire un leggero fastidio.
Gli elettrodi da connettere ed il pacemaker vengono inseriti sotto alla clavicola e una volta effettuati tutti i collegamenti con il muscolo cardiaco avviene la programmazione.
L’intervento viene ormai effettuato di routine, quindi i pericoli e le complicazioni sono minime e possono interessare soprattutto i pazienti anziani. Con le dovute precauzioni però si tratta quasi sempre di un’operazione sicura.
Il pacemaker può essere di varie tipologie, a seconda della patologia da trattare: esiste quello bicamerale che è collegato a due camere cardiache (ad esempio l’atrio di destra e il ventricolo di sinistra) e quello monocamerale che invece è collegato solamente ad una camera (generalmente atrio o ventricolo di destra).
Pacemaker temporaneo o permanente?
Come abbiamo già accennato, il pacemaker può essere temporaneo o permanente a seconda dei casi e delle condizioni cliniche del paziente. Il pacemaker temporaneo solitamente viene installato nei seguenti casi:
- Pazienti post-infartuati;
- Pazienti che hanno subito un intervento chirurgico al cuore;
- Pazienti che hanno un ritmo cardiaco ridotto a causa di overdose di farmaci.
Il pacemaker permanente invece viene installato per il trattamento di patologie croniche o che comunque richiedono la presenza costante di questo dispositivo:
- Insufficienza cardiaca;
- Bradicardia;
- Fibrillazione atriale;
- Blocco atrioventricolare;
- Sindrome del QT lungo;
- Patologie del nodo seno atriale.
Controindicazioni e stile di vita post intervento
I portatori di pacemaker devono cercare di adeguare il proprio stile di vita, perchè questo è un apparecchio elettronico e alcuni dispositivi potrebbero interferire con il suo funzionamento. In particolare, bisogna prestare attenzione alle apparecchiature elettriche e a quelle che producono forti campi magnetici. E’ quindi consigliabile rimanere a debita distanza da telefoni cellulari, lettori MP3, elettrodomestici come i forni a microonde, cavi ad alta tensione, generatori elettrici e metal detector. Naturalmente, bisogna evitare di rimanere per troppo tempo a contatto con tali dispositivi ma per breve tempo non c’è nessun problema.
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E’ comunque sempre meglio non sottovalutare questi aspetti, perchè gli apparecchi magnetici rischiano di compromettere il funzionamento del pacemaker e difficilmente il paziente riesce ad accorgersene.
Per quanto riguarda l’attività sportiva, il pacemaker non pregiudica l’esercizio fisico (anche quello intenso) ma è bene evitare gli sport in cui il contatto fisico è frequente. Questo perchè un eventuale colpo nella parte in cui è stato installato il dispositivo potrebbe rovinarlo o guastarlo. Con le dovute attenzioni, però, si possono fare tutti gli sport.
Il costo dell’apparecchio e dell’intervento
Il costo dell’apparecchio e dell’intervento varia a seconda della regione italiana in cui si effettua e in base ad alcune variabili tra cui le condizioni del paziente, la tipologia di apparecchio da installare e via dicendo. Si tratta comunque di un’operazione che rientra in quelle mutuabili quindi basta informarsi presso la propria struttura ospedaliera.