Malaria: sintomi, trasmissione, cure e guarigione
In questi ultimi giorni si è parlato spesso di malaria: dopo la morte della piccola Sofia, avvenuta proprio in Italia con immenso stupore da parte dei medici e di tutta la comunità, questa pericolosissima malattia ha ricominciato a far parlare di sé. Ci si chiede ancora quale sia la causa del contagio, visto che la bambina deceduta non era uscita dall’Italia e quindi, teoricamente, non risultava essere un soggetto a rischio, e le ipotesi sono ancora tutte al vaglio. Visto che per il momento l’unica certezza che abbiamo è che la piccola Sofia sia morta perchè affetta da malaria, è bene approfondire l’argomento e capire quali siano le caratteristiche di questa malattia, pericolosissima anche se curabile.
Cos’è la malaria e da cosa è causata
La malaria è una malattia provocata da parassiti protozoi del genere Plasmodium: tra questi esistono 4 specie particolarmente diffuse, anche se la più pericolosa è il plasmodium falciparum che determina il più elevato tasso di mortalità. Questa malattia viene trasmessa attraverso lo scambio di sangue: il vettore principale infatti è costituito da alcune specie di zanzare, appartenenti al genere degli Anopheles. Quando una zanzara punge un individuo malato di malaria, diviene vettore della patologia il che significa che pungendo un altro individuo sano può contagiarlo.
La possibili fonti di contagio della malaria
Come abbiamo appena visto, la malaria viene trasmessa principalmente dalla puntura delle zanzare appartenenti al genere Anopheles. Tali zanzare sono endemiche dei Paesi tropicali, il che significa che in altri tipi di clima (come ad esempio il nostro) non sarebbero in grado di sopravvivere. Un italiano, quindi, rischia di essere contagiato di malaria quando si reca in Paesi in cui tali specie di zanzare sono endemiche. In rari casi, è accaduto che queste zanzare sopravvivessero all’interno dei bagagli delle persone di ritorno da un Paese tropicale. Si è parlato in questi casi di malaria aeroportuale ma bisogna sottolineare che si tratta di situazioni rare e limitate, che non hanno mai fatto scattare alcun allarme. Le zanzare che possono sopravvivere all’interno dei bagagli, infatti, non sarebbero comunque in grado di sopravvivere per lungo tempo nelle situazioni climatiche italiane o almeno non quelle appartenenti al genere Anopheles. Va detto poi che in Italia esistono alcune zone a rischio in cui si sono verificati casi di contagio da malaria autoctono (ossia non conseguente ad un viaggio in un Paese tropicale). In Campania, Calabria e Lazio si sono verificati rarissimi casi, ma va detto che le zanzare incriminate erano molto meno pericolose rispetto alle Anopheles.
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La malaria può essere trasmessa anche in altri modi: attraverso una trasfusione di sangue infetto o mediante lo scambio di sangue con una persone affetta dalla malattia. Si tratta però di casi molto rari, che non si verificano quasi mai.
I sintomi della malaria: come riconoscerla
Riconoscere la malaria dai sintomi, purtroppo, è piuttosto difficile: questa malattia oggi si può curare anche nelle forme più gravi ma il problema maggiore è rappresentato proprio dal fatto che è complicato riconoscerla immediatamente. Poter trattare la malaria tempestivamente, quindi, è difficile proprio perchè i sintomi tipici sono riconducibili a moltissime altre patologie. I sintomi più comuni della malaria sono i seguenti:
- Febbre;
- Sintomi influenzali;
- Brividi;
- Diarrea;
- Vomito;
- Mal di schiena;
- Ittero.
Trattandosi di una sintomatologia molto simile a quella di una banalissima influenza, spesso la malaria viene identificata solo quando le manifestazioni peggiorano e, purtroppo, in molti casi è tardi per poter salvare la vita del paziente affetto. Nonostante questo bisogna comunque ricordare che attraverso un esame del sangue è possibile riscontrare immediatamente la presenza del parassita.
Cure e terapie per la malaria
La malaria è una malattia potenzialmente fatale, ma solo quando non viene individuata in tempo porta effettivamente al rischio di decesso. Al giorno d’oggi infatti esistono diversi farmaci specifici per ogni tipologia di malaria e attraverso il loro impiego è possibile curare anche le forme più gravi e pericolose. Come abbiamo detto, il problema rimane sempre quello di intervenire con tempestività: cosa che purtroppo rimane molto difficile visto che i sintomi si possono confondere con moltissime altre patologie meno gravi come una banale influenza.
Prevenzione e profilassi
Oggi l’unico modo per tutelarsi dal rischio di contagio, quando si sta per partire per un Paese tropicale, è quello di effettuare la profilassi. In sostanza si tratta della somministrazione di farmaci anti-malarici a dosi molto basse, che permette di impedire il contagio qualora si venisse punti da una zanzara infetta. Generalmente la profilassi deve iniziare prima della partenza e proseguire per tutto il periodo di permanenza nel Paese a rischio e per qualche settimana dopo il rientro. Oggi sono in fase di sperimentazione anche alcuni vaccini contro questa malattia, ma si tratta ancora di formulazioni complesse che necessitano di molti altri studi. Naturalmente, per prevenire la malaria oltre alla profilassi è sempre raccomandato di adottare delle misure di sicurezza che permettano di diminuire le possibilità di essere punti dalle zanzare.
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