Infarto intestinale: cause, sintomi, pericoli e linee guida

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18/10/2020

Pancia dolori

L’infarto intestinale è una grave condizione che richiede un intervento d’emergenza. Si verifica quando un tratto dell’intestino va incontro a necrosi, dovuta ad un mancato afflusso di sangue e quindi ad un’ischemia. Come vedremo tra poco, nella maggior parte dei casi l’infarto intestinale si manifesta con un dolore acuto che spinge il paziente a richiedere un immediato intervento d’emergenza ma non sempre è così. In alcuni casi il dolore è molto meno acuto e tende a progredire con il passare del tempo. Non è quindi sempre facile riuscire a diagnosticare subito questa condizione, anche perchè i sintomi non sono sempre identificabili nell’immediato.

Se viene diagnosticato in tempo rapidi, l’infarto intestinale può essere trattato con l’assunzione di alcuni farmaci o con un’operazione chirurgica a seconda dei casi e della gravità della condizione. Se però viene trascurato, porta irrimediabilmente al decesso del paziente. Per questo motivo è importante non sottovalutare mai questa condizione e gli eventuali sintomi che potrebbero rappresentare una spia del problema.


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Infarto intestinale: cause e fattori di rischio

Le cause che possono condurre alla necrosi di un tratto di intestino e quindi all’infarto intestinale possono essere diverse e di varia natura. A comportare un’interruzione del flusso sanguigno nella zona addominale infatti possono essere sia le arterie che le vene. In alcuni casi però non è l’occlusione il problema, quanto piuttosto altre condizioni che rendono difficoltoso l’afflusso di sangue all’intestino.

Cause legate ad occlusioni arteriose o venose

Tra le principali cause che possono condurre ad un’occlusione totale o parziale dei vasi sanguigni e quindi ad un infarto intestinale troviamo le seguenti:

  • Ostruzione di un’arteria intestinale, che può essere dovuta a sua volta ad un’embolia o ad una trombosi;
  • Ostruzione di una vena intestinale, che può essere dovuta a sua volta ad una trombosi, a pancreatite, a diverticolite, ad appendicite, ad un ascesso pelvico o ad ipertensione della vena porta.

Cause legate ad un ridotto afflusso sanguigno

Tra le principali cause che non sono legate ad un’occlusione totale o parziale dei vasi sanguigni e che possono condurre ad un infarto intestinale troviamo le seguenti:

  • Ipotensione grave;
  • Insufficienza cardiaca;
  • Densità ematica eccessiva;
  • Grave spasmo dei vasi sanguigni;
  • Insufficienza renale acuta;
  • Infezioni localizzate;
  • Stress eccessivamente marcato;
  • Abuso di droghe (cocaina o amfetamina);
  • Somministrazione endovenosa di farmaci vasocostrittori ad alti dosaggi.

I sintomi dell’infarto intestinale: come riconoscerlo

Come abbiamo accennato, l’infarto intestinale si può presentare con una sintomatologia differente a seconda dei casi. Se si presenta in modo acuto si parla di infarto intestinale acuto mentre se i sintomi sono più lievi e graduali, tendendo a peggiorare con il tempo si parla di ischemia cronica.

I sintomi tipici dell’infarto intestinale acuto sono i seguenti:

  • Dolore addominale improvviso, solitamente molto intenso;
  • Scariche di diarrea;
  • Presenza di sangue nelle feci;
  • Gonfiore addominale;
  • Nausea, che talvolta porta anche al vomito;
  • Febbre.

I sintomi tipici invece dell’ischemia intestinale cronica sono i seguenti:

  • Dolore addominale anche lieve, che però peggiora di giorno in giorno;
  • Crampi addominali e gonfiore dopo i pasti;
  • Nausea e/o vomito;
  • Diarrea;
  • Perdita di peso (dovuta spesso al timore di mangiare per via dei dolori).

Stitichezza e infarto intestinale

Anche se nella maggior parte dei casi tra i sintomi di questa condizione troviamo la diarrea, in alcuni pazienti l’infarto potrebbe provocare un blocco intestinale, con conseguente stitichezza e con i classici dolori a livello addominale. La stipsi può avere moltissime cause e non sempre risulta pericolosa, ma quando si formano dei fecalomi si rischia il blocco intestinale che invece risulta rischioso. Conviene quindi prestare attenzione anche a questo segnale, perchè potrebbe anch’esso dipendere dalla presenza di una necrosi a livello dell’intestino.


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I sintomi legati all’infarto intestinale sono vari e spesso riconducibili a cause differenti. Per questo non bisogna mai sottovalutarli, specialmente quando diventano particolarmente intensi e debilitanti.

Cure, trattamenti ed operazione chirurgica

Le cure ed i trattamenti sono diversificati a seconda della gravità e soprattutto della causa che ha provocato la necrosi del tratto intestinale, oltre che alla sua estensione. Solitamente, se l’infarto è stato causato da una trombosi e non sono presenti lesioni a livello intestinale, non è necessario l’intervento chirurgico. In questi casi è sufficiente spesso una terapia a base di farmaci antocoagulanti, che hanno appunto la funzione di allargare i vasi sanguigni e fluidificare il sangue consentendone un flusso migliore.

Al contrario, in caso di ischemia mesenterica e se sono presenti lesioni a livello intestinale bisogna intervenire con un’operazione chirurgica. A seconda della situazione clinica, si procede effettuando un by-pass e rimuovendo la parte di intestino lesionata. Anche in questi casi viene solitamente prescritta una terapia farmacologica, in modo tale da prevenire l’eventuale formazione di trombi.



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