Ictus: cause, sintomi, cure, conseguenze e prevenzione
L’ictus è una momentanea interruzione del flusso di sangue che dovrebbe arrivare al cervello: in assenza dell’ossigeno trasportato dal sangue, le cellule del cervello si danneggiano oppure muoiono in pochissimi minuti. Per questo motivo, riconoscere i primi sintomi di un ictus è fondamentale: solo in questo modo è possibile intervenire con la massima tempestività e limitare al minimo i danni cerebrali.
I danni al cervello provocati da questo disturbo possono causare diverse conseguenze agli organi che erano sotto al suo controllo: si tratta di un evento pericoloso, che deve essere riconosciuto e trattato in brevissimo tempo.
Cause e tipologie di ictus
Esistono due tipologie distinte di ictus: quello ischemico e quello emorragico. L’ictus ischemico è quello più comune ed è causato dall’ostruzione di un’arteria deputata a portare il sangue al cervello. Tale ostruzione può essere dovuta a diversi fattori, ma nella maggior parte dei casi il problema è da individuare nella presenza di un trombo ossia di un coagulo di sangue che non consente la circolazione del sangue e ne blocca il passaggio. I pazienti che soffrono di aterosclerosi presentano un rischio di ictus nettamente maggiore.
L’ictus emorragico invece è meno frequente ed è dovuto alla rottura di un’arteria che porta il sangue al cervello: la fuoriuscita di sangue provoca un aumento della pressione all’interno del cranio e gonfiore, i quali danneggiano le cellule ed i tessuti cerebrali. Può essere causato da un’eccessiva ipertensione arteriosa oppure da un aneurisma.
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I fattori di rischio
Alcuni pazienti hanno un maggior rischio: ci sono infatti alcuni fattori che aumentano le probabilità di trovarsi di fronte a questa condizione improvvisa. Tra i fattori di rischio più comuni ci sono:
- Età e sesso: i soggetti anziani hanno maggiori probabilità di trovarsi di fronte a questo disturbo, specialmente se sono di sesso maschile. Bisogna però ricordare che le donne hanno maggiori rischi di morire;
- Ipertensione arteriosa;
- Cardiopatie e insufficienza cardiaca;
- Fumo di sigaretta;
- Casi di ictus in famiglia (ereditarietà);
- Presenza di aneurismi.
I sintomi dell’ictus: come riconoscerlo subito
I sintomi tipici di questo disturbo si evolvono rapidamente, anche se in alcuni casi possono protrarsi per ore o giorni. In tutti i casi, non appena di riconoscono i sintomi è fondamentale chiamare immediatamente i soccorsi e intervenire con estrema urgenza. Solo in questo modo si riescono a limitare il più possibile i danni e a minimizzare il rischio di morte. A seconda di quale organo rimane coinvolto, l’ictus può avere diversi sintomi. Tra i campanelli d’allarme più comuni troviamo i seguenti:
- Difficoltà di linguaggio e di comprensione;
- Improvvisa stanchezza e debolezza;
- Stato confusionale;
- Paralisi del viso, della bocca, di un braccio o di una gamba;
- Problemi di vista;
- Difficoltà respiratorie;
- Perdita di equilibrio, vertigini;
- Perdita di coscienza;
- Improvviso e fortissimo mal di testa.
Questi sono alcuni dei possibili sintomi di un ictus, ma non è detto che si manifestino tutti insieme perchè dipende da quale organo viene colpito.
Rischi e conseguenze di un ictus
In seguito ad un episodio si possono verificare dei problemi di varia natura, sempre a seconda dell’organo coinvolto. Le conseguenze di un ictus possono essere anche molto gravi fino a condurre alla morte del paziente: per questo motivo è fondamentale intervenire con la massima tempestività. Tra le possibili complicazioni più comuni dell’ictus troviamo:
- Danni cerebrali permanenti;
- Disabilità croniche;
- Paralisi permanente delle parti coinvolte;
- Perdita del controllo vescicale;
- Problemi di deglutizione;
- Formazione di trombi nelle vene delle gambe;
- Morte.
Cure e terapie conseguenti ad un ictus
Dopo un episodio di ictus, prima di tutto deve essere identificata la causa precisa che ha provocato il disturbo. Una volta che viene compreso con esattezza il motivo scatenante, le possibili soluzioni sono diverse a seconda appunto delle cause. In caso di ictus emorragico, può essere necessario anche un intervento chirurgico di riparazione dell’arteria compromessa. In seguito ad un ictus ischemico, invece, generalmente si adottano terapie farmacologiche con l’intento di sciogliere eventuali trombi o di facilitare il flusso sanguigno nelle arterie che risultano ostruite.
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Prevenzione dell’attacco e di possibili recidive
I pazienti che hanno già subito un ictus o che presentano elevati fattori di rischio dovrebbero mettere in atto alcuni comportamenti volti a prevenire la possibile ricomparsa di questo disturbo. In particolare, è importante ridurre al minimo i fattori di rischio e seguire uno stile di vita che sia il più sano possibile. Tra gli accorgimenti da tenere bene a mente per limitare il rischio e prevenire la ricomparsa di questo disturbo troviamo i seguenti:
- Non fumare;
- Fare costante attività fisica;
- Mantenere un peso corporeo adeguato;
- Limitare al minimo lo stress;
- Seguire un’alimentazione equilibrata e sana;
- Non trascurare le patologie che possono causare l’ictus come ad esempio l’ipertensione.
La prevenzione, in questo caso, è fondamentale: spesso questo disturbo si presenta senza preavviso e quando non si riesce ad intervenire con tempestività si rischia la vita.