Fecondazione assistita: tutto quello che c’è da sapere

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14/12/2019

Oggigiorno le coppie che scelgono di ricorrere alle tecniche di fecondazione assistita sono sempre di più, perchè sono aumentati coloro che presentano problemi d’infertilità e che per un motivo o per l’altro non riescono ad avere bambini. Si tratta di una condizione molto più diffusa di quello che si potrebbe immaginare, ma la buona notizia è che grazie alla fecondazione assistita oggi le possibilità di riuscire a portare a termine una gravidanza sono aumentate. In alcuni casi si tratta di un percorso piuttosto lungo, che deve essere valutato dalla coppia insieme al medico. Le tecniche di fecondazione assistita sono infatti diverse ed ognuna di esse è indicata in base alle specifiche problematiche di uno o di entrambi i partner.

Vale dunque la pena fare chiarezza, perchè le informazioni in merito sono spesso confuse e si rischia di non capire molto sul percorso da affrontare.

Fecondazione assistita: di cosa si tratta

Quando si parla di fecondazione assistita si fa riferimento ad un percorso che viene intrapreso dalle coppie che non riescono a concepire un bambino, nonostante tentativi mirati. E’ bene precisare sin da subito che prima di parlare di infertilità bisogna che la coppia abbia rapporti mirati senza successo per più di 6-12 mesi. Non basta quindi smettere di assumere precauzioni come preservativo o pillola anticoncezionale: bisogna monitorare il periodo dell’ovulazione ed avere rapporti nei giorni di massima fertilità della donna.

Se nonostante i ripetuti tentativi non si hanno successi, allora è consigliabile rivolgersi ad un centro di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) ed intraprendere un percorso mirato.

Fecondazione assistita: quando farla

Si può ricorrere alla fecondazione assistita dopo 6-12 mesi di rapporti mirati che non hanno avuto successo e che quindi non hanno portato al concepimento. Sull’arco temporale incidono alcuni fattori come l’età della donna, che se è inferiore ai 35 anni può attendere i 12 mesi di tentativi mentre se supera i 35-40 anni può iniziare il percorso anche dopo 6 mesi di tentativi.


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Va precisato che spesso alla donna viene consigliato di prenotare il primo colloquio con un certo anticipo, perchè le liste d’attesa in molte strutture sono lunghe.

Le tecniche di fecondazione assistita

La fecondazione assistita è un percorso che viene valutato insieme al medico sulla base dei risultati di alcuni esami specifici, che devono essere effettuati sia da entrambi i partner. Nella donna si tratta sostanzialmente di esami del sangue che indagano i dosaggi ormonali e altri dettagli che potrebbero mettere in luce eventuali problemi di infertilità o di sterilità. Alcuni medici prescrivono anche l’isterosalpingografia, per controllare che non vi siano ostacoli o lesioni a livello delle tube di Falloppio. Nell’uomo l’esame principale è lo spermiogramma, che permette di valutare la qualità del liquido seminale ed evidenziare eventuali problemi di sterilità.

Le principali tecniche di fecondazione assistita sono 3: l’inseminazione artificiale (IUI), l’inseminazione in vitro (FIVET) e l’ICSI.

1. Inseminazione artificiale (IUI)

L’inseminazione artificiale è la tecnica di primo livello: la meno invasiva, consigliata alle coppie che presentano problemi di infertilità ma non di sterilità. Questa procedura può rivelarsi utile per esempio quando dallo spermiogramma è risultato un quadro leggermente problematico ma non grave. Gli spermatozoi in sostanza non riescono a superare la vagina e la cervice della donna e quindi è necessario intervenire per facilitare il processo naturale della fecondazione. L’inseminazione artificiale è una tecnica poco invasiva perchè gli interventi previsti sono limitati e tutto il processo di riproduzione continua ad avvenire all’interno dell’apparato riproduttore femminile. Questa tecnica di fecondazione assistita prevede diversi step…continua a leggere

2. Fecondazione in vitro (FIVET)

La fecondazione in vitro (FIVET) è la tecnica di secondo livello e viene intrapresa quando l’inseminazione artificiale non ha avuto risultati o quando i problemi di infertilità della coppia sono più gravi. La fecondazione in vitro con trasferimento dell’embrione prevede che ovulo e spermatozoi si uniscano all’esterno del corpo femminile, in una provetta di laboratorio. Solo quando la fecondazione dell’ovulo è avvenuta, questo viene impiantato all’interno dell’utero. La FIVET è quindi una procedura più complessa, indicata in modo particolare quando sono presenti problematiche serie quali per esempio sperma di pessima qualità, lesioni oppure ostruzioni alle tube di Falloppio, patologie genetiche…continua a leggere


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3. ICSI e IMSI

ICSI ed IMSI sono le tecniche di fecondazione assistita più avanzate, consigliate nei casi di grave infertilità (per esempio quando gli spermatozoi sono molto pochi o hanno una mobilità parecchio ridotta). La ICSI in realtà è una tecnica identica alla FIVET: l’unica differenza è che con quest’ultima la fecondazione dell’embrione avviene in modo del tutto naturale sebbene all’interno di una provetta. Nel caso della ICSI invece il biologo identifica e seleziona lo spermatozoo migliore per la fecondazione, che quindi è guidata e non avviene naturalmente.

L’IMIS è una tecnica che a livello teorico è identica alla ICSI e si distingue da quest’ultima solo per l’impiego di attrezzature e strumentazioni più sofisticate per l’identificazione degli spermatozoi miglior per la fecondazione.



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