Fame nervosa, ecco quali sono le cause e i metodi per vincerla

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10/10/2017

La sensazione di fame è la risposta dell’organismo al calo del livello di zuccheri nel sangue, che si traduce nel desiderio di procurarsi quanto prima qualcosa di commestibile. Il centro della fame ha sede nell’ipotalamo, e molto probabilmente alla base dell’obesità e dei disturbi alimentari si trova proprio un funzionamento non corretto di questo sistema.

Mangiare senza avere per niente fame è un sintomo che indica un errore nel meccanismo di controllo dell’ipotalamo, e produce come risposta una voglia di cibo conosciuta anche con il nome di fame nervosa.

Le cause psicologiche della fame nervosa

L’impulso di mangiare senza una reale necessità, può essere originato dall’ansia, dal senso di insicurezza o tristezza, ma anche semplicemente dalla solitudine o dalla noia. Talvolta si è portati a mangiare quando si presenta un problema da risolvere, nelle situazioni più difficili, per far fronte ad un’emozione intensa a alle preoccupazioni. Tuttavia, i motivi della fame nervosa non hanno solo origini psicologiche, poiché il senso di sazietà è relativo a fattori genetici.

Quando la fame dipende dal Dna

Da alcune ricerche scientifiche è emerso che la presenza di alti livelli di grelina nel sangue (un gene naturalmente presente nel corpo umano), è legata ad un senso di fame eccessivo durante tutta la giornata, e quindi ad un aumento del peso e della massa grassa. Combattere il senso di fame nervosa è comunque possibile, l’importante è capire quali siano i problemi che l’hanno provocata, e lo stato d’animo che maggiormente induce a mangiare anche senza necessità.


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Qualche suggerimento per affrontare la fame nervosa

Per capire quali problemi siano alla base degli attacchi di fame, una buona abitudine è quella di tenere un diario preciso, prendendo nota non solo degli alimenti ingeriti durante il giorno, ma anche dell’ora e dell’umore di quel momento. Per contrastare gli attacchi di fame dovuti a cali glicemici, può essere di aiuto frazionare l’alimentazione quotidiana in cinque piccoli pasti, evitando però di esagerare con dolci, merendine e snack, ma cercando di prediligere frutta e alimenti naturali.

La fame “genetica” è molto sensibile ai sapori: una cucina insaporita con spezie ed erbe aromatiche, favorisce il senso di sazietà e induce a mangiare di meno. Soprattutto per chi mangia in fretta, e non ha tempo di selezionare con cura gli alimenti, può rivelarsi utile una tisana disintossicante, di bardana o tiglio, o leggermente calmante, come tarassaco o fiori d’arancio.

Praticare un regolare esercizio fisico

Un approccio troppo aggressivo nei confronti della fame nervosa, quale può essere una continua ricerca di diete, farmaci e tecniche per contrastarla, in genere produce l’effetto contrario, specialmente se alla base del disturbo si trova una componente psicologica. In queste situazioni, praticare un regolare esercizio fisico, scegliendo un’attività piacevole e rilassante, è di grande aiuto, sia per ridurre il senso di fame, sia per combatterne le cause.

Imparare a gestire le proprie emozioni

Un aumento anomalo della fame si correla spesso a stati emotivi particolari, come ansia, tristezza o noia. Capire quali stati d’animo generano gli attacchi di fame, e imparare a gestirli, evitando di “soffocarli” nel cibo, è il sistema vincente per risolvere questo fastidioso problema, peraltro anche dannoso nei riguardi della salute.

Imparare a conoscere sé stessi e le proprie emozioni è la strada giusta per evitare di ricorrere al cibo come soluzione a tutti i problemi, e per cercare invece di potenziare la propria energia positiva per superare i momenti più difficili. Ovviamente, potrebbe rendersi necessario l’aiuto di uno specialista: è importante parlarne con il proprio medico di fiducia, che eventualmente suggerirà di ricorrere ad un nutrizionista o a uno psicologo.


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Le conseguenze dell’eccesso di fame

La fame nervosa, nel corso del tempo, può comportare una serie di problemi anche piuttosto seri, oltre all’inevitabile disagio psicologico dovuto sia alla fame che all’aumento di peso. L’eccesso di cibo può provocare le tipiche patologie, come diabete, artrite, gotta, problemi cardiovascolari, e persino favorire l’insorgere di ictus e infarto.

Inoltre le crisi di fame smodata tendono a trasformarsi in veri e propri disturbi alimentari, tra cui la bulimia, che consiste in un continuo succedersi di “abbuffate” seguite dall’autoinduzione del vomito: una situazione che può arrivare a compromettere seriamente la salute e la qualità della vita.

Riconoscere la presenza di un effettivo problema

Eccedere qualche volta nell’alimentazione, mangiare un po’ troppo ogni tanto e in occasioni particolari, essere golosi e lasciarsi tentare, con consapevolezza e piacere, da qualche leccornia, non è da considerarsi un sintomo di fame nervosa. Per avere la certezza che si tratti di un reale disagio di origine psicologica, la fame deve presentarsi con alcune precise caratteristiche.

L’assunzione abituale e incontrollata di grandi quantità di cibo anche fuori dai pasti, il senso di disagio che segue le abbuffate ma anche il senso di scarsa autostima, un pessimo rapporto con sé stessi, il calo del desiderio sessuale e una tendenza alla tristezza e all’apatia sono segnali riconducibili alla fame nervosa, che richiedono un trattamento specifico e costante.



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