Donare midollo osseo: come farlo, pericoli e perché farlo
Una recente notizia di cronaca ci racconta di come una donna di Padova abbia scoperto di essere compatibile, ma abbia rifiutato di donare il proprio midollo osseo alla sorella malata di leucemia; il caso fa riflettere, alla luce del fatto che si tratti di un medico (la donna malata) e un’insegnante (la sorella che potrebbe donare) e quindi ci si aspetterebbe un certo grado di informazione e volontà di andare oltre paure, pregiudizi e luoghi comuni.
Quindi, parliamo di questo gesto importante al pari di una donazione di sangue: la donazione di midollo osseo.
Chi può donare il midollo osseo?
Il candidato ideale può essere una persona fra i 18 e i 40 anni, che pesi più di 50 kg, non affetto da malattie del sangue o da gravi forme infettive (AIDS, HIV, epatite, ecc); il donatore può essere chiamato a donare fino ai 55 anni, se il suo stato di salute lo consente.
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Per diventare donatore è sufficiente sottoporsi ad un comune e gratuito prelievo del sangue (non servono digiuno ed impegnativa medica, basta portare con sè la propria tessera sanitaria) per stabilire la cosiddetta “tipizzazione” e verificare la compatibilità con l’eventuale ricevente; è necessario poi firmare l’adesione al Registro Italiano Donatori Midollo Osseo, attraverso cui si viene inseriti nel database elettronico di tutti i donatori nazionali ed internazionali.
In ogni momento, si può esercitare la volontà di revocare l’adesione al Registro Donatori: la donazione è sempre un atto volontario, oltre che anonimo e gratuito.
Esistono due modalità per prelevare il midollo osseo del donatore: dalle ossa del bacino oppure dal sangue periferico.
Midollo osseo dal bacino
Nel primo caso, il donatore compatibile è sottoposto ad un piccolo intervento di 40 minuti in anestesia generale, durante il quale viene prelevata la quantità necessaria di midollo dalle creste iliache (ossa sporgenti del bacino); durante il prelievo stesso, al donatore vengono trasfuse due sacche del proprio sangue preventivamente raccolte, per ripristinare il volume perso evitando qualsiasi rischio di tipo trasfusionale. Dopo un’osservazione di 12-24 ore il donatore viene dimesso ed invitato a osservare un breve periodo di riposo di 4-5 giorni.
I rischi legati alla procedura sono quasi esclusivamente legati all’anestesia, come per un qualsiasi altro intervento; il dolore in sede di prelievo solitamente si trasforma in indolenzimento dopo poche ore dalla procedura ed in seguito scompare.
Midollo osseo dal sangue periferico
Nel caso di prelievo da sangue periferico, la procedura è simile a quando si effettua l’aferesi per la donazione di plasma e piastrine e viene condotta in regime di day-hospital (nell’arco di circa 4 ore), dopo che il donatore ha assunto per i 5 giorni precedenti un farmaco che stimola la produzione di cellule staminali nel midollo ed il loro passaggio nel circolo sanguigno.
Come effetti collaterali, si possono avere febbricola, cefalea e temporaneo senso di affaticamento.
Cosa rischio se dono il midollo osseo?
La donazione di midollo comporta quindi rischio assai minimo per chi decide di donare, in compenso contribuisce in modo rilevante a dare un valido aiuto contro diverse gravi malattie del sangue: in molti casi, il trapianto di midollo osseo rappresenta la sola possibilità per continuare a vivere.
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Maggiori informazioni sul sito ufficiale dell’ Associazione Italiana Donatori Di Midollo Osseo.