Disturbo bipolare: come si manifesta e perché

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24/06/2020

Il disturbo bipolare, anche detto soprattutto in passato sindrome maniaco-depressiva, è un disturbo psichiatrico caratterizzato dalla repentina alternanza tra stati di mania, cioè eccessiva eccitazione dell’attività psichica, e stati di depressione causati da una sua inibizione.

Viene spesso volgarmente scambiato con altri disturbi di tipo psichiatrico, ma al contrario di quanto si potrebbe pensare ha un’incidenza relativamente bassa: del 1,2% tra la popolazione maschile e del 1,8% presso quella femminile. I più colpiti sembrano essere tardo-adolescenti e giovani, non a caso si ha un picco di insorgenza intorno ai 18 anni. Secondo delle stime, però, sarebbe in crescita soprattutto in America e nei Paesi occidentali l’incidenza del disturbo bipolare anche tra i bambini più piccoli.

Sindrome bipolare: le cause scatenanti

Non si hanno certezze riguardo alle cause scatenanti degli episodi tipici del disturbo bipolare. Si sa, per esempio, che per quanto riguarda l’episodio maniacale il rischio aumenta in caso di uso di farmaci o di sostanze stimolanti o, ancora, per un’alterazione del normale ciclo sonno-veglia. Né, del resto, si conosce più in generale l’eziologia della sindrome. Alcuni fattori biologici come disfunzioni a livello del sistema endocrino o immunitario, fattori genetici e storia familiare sono considerati, insieme a quelli ambientali, tra le cause che più di altre possono incidere sulla probabilità di sviluppo del disturbo bipolare. Unanime è, invece, la necessità di riconoscerlo come un problema che affligge la qualità di vita del paziente in tutte le sue sfumature (affettive, relazionali, lavorative, eccetera): per questo, oltre la diagnosi, è necessario l’adeguato trattamento per il paziente affetto da disturbo bipolare.


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Disturbo bipolare e familiarità

La familiarità entra a pieno titolo nei fattori di rischio di questa patologia psichica. Se uno dei genitori infatti è affetto da questa patologia, è probabile anche anche il figlio ne soffra ma non è detto che questo avvenga sempre. Vale tuttavia la pena prestare attenzione ai primi sintomi di un eventuale disagio psichico, in modo da intraprendere un trattamento mirato il prima possibile.

Da cosa si riconosce il disturbo bipolare?

Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali individua quattro tipi fondamentali di disturbo bipolare. Al di là delle caratteristiche specifiche di ognuno di questi, a distinguerli è l’alternarsi e la frequenza di quelli a cui gli addetti ai lavori si riferiscono come “episodi” e che, a guardarli bene, sono i segni più evidenti della sindrome bipolare. Si tratta di:

  • Episodi maniacali: sono periodi, in genere prolungati e di almeno una settimana, in cui il soggetto presenta umore e attività psichica elevati. Alcune delle manifestazioni più evidenti sono maggiore loquacità, velocità di pensiero (i pazienti parlando di idee che si “rincorrono” l’una con l’altra), minore bisogno di dormire, diminuita capacità di attenzione, aumento delle attività lavorative o scolastiche e, più in generale, tendenza a mettersi in pericolo.
  • Episodi depressivi maggiori: si tratta di un periodo di inibizione dell’attività psichica del soggetto che presenta, per due o più settimane, umore basso per la maggior parte della giornata, insonnia o bisogno eccessivo di dormire, senso di stanchezza o astenia, perdita di interesse verso tutte le attività quotidiane, incapacità di concentrarsi, scarsa autostima e forti sensi di colpa, oltre in qualche caso a pensieri ricorsivi di morte.
  • Episodi misti: in cui le manifestazioni caratteristiche dei due episodi precedenti si trovano contemporaneamente in un soggetto che, più in generale, accusa irritabilità e senso di ansietà. È in genere un momento di passaggio tra l’una e l’altra fase.

Tipologie e classificazione della sindrome bipolare

Come abbiamo accennato, il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali distingue 4 tipologie di disturbo bipolare:

  • Disturbo bipolare di tipo 1: caratterizzato dalla presenza di episodi maniacali o misti per almeno una settimana;
  • Disturbo bipolare di tipo 2: caratterizzato dalla presenza di episodi depressivi maggiori e di almeno un episodio ipomaniacale;
  • Disturbo bipolare NAS (Non Altrimenti Specificato): caratterizzato dall’alternanza repentina di sintomi maniacali e depressivi, spesso di durata limitata;
  • Disturbo ciclotimico: caratterizzato dalla presenza per almeno 2 anni di diversi episodi maniacali e depressivi lievi. Questa è la forma meno grave di disturbo bipolare, ma provoca comunque un disagio su tutti i livelli e quindi una qualità della vita compromessa.

Disturbo bipolare: esiste una cura definitiva?

Ad oggi non possiamo dire che esista una cura definitiva per il disturbo bipolare: questa è una patologia psichica che non scompare. Tuttavia, oggi fortunatamente esistono trattamenti che consentono di controllare i sintomi associati alla sindrome bipolare e quindi i pazienti possono superare il disagio in modo significativo. La cura prevede l’assunzione di psicofarmaci, che però non hanno tutti lo stesso effetto sul paziente. Ognuno reagisce in modo differente alle terapie e per questo potrebbero essere necessari diversi tentativi prima di identificare il trattamento corretto per il paziente.


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Una volta identificata la terapia idonea però il disturbo bipolare si può trattare in modo da provocare la scomparsa quasi definitiva dei sintomi e quindi del disagio per il paziente.



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