Come raccontare il Coronavirus bambini: consigli per i genitori

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26/07/2021

Come fare per spiegare ai più piccoli l’emergenza sanitaria nazionale in atto, che non ha precedenti? Le scuole chiuse, l’isolamento casalingo, le norme igieniche… Tutti i suggerimenti di un’esperta, tra verità e gioco condiviso.

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L’emergenza Coronavirus spiegata ai bambini. Come si possono far capire le precauzioni, le preoccupazioni, ma anche la situazione che cambia ogni giorno, quando anche gli stessi adulti non hanno mai vissuto nulla di simile?

«È importante poter parlare ai bambini in modo tranquillo e diretto trovando il giusto equilibrio tra le spiegazioni di cosa sta accadendo e l’insegnamento delle norme base per la prevenzione del contagio», ha spiegato in un’intervista Antonella Costantino, direttrice dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e presidente della società scientifica Sinpia (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza).

«Ma soprattutto, è indispensabile riuscire a trasmettere fiducia. Anche perché i piccoli non aspettano le spiegazioni degli adulti per interpretare il mondo, ma si creano una loro personale idea. Per questo è fondamentale parlare con loro, anche per evitare che la loro idea si formi sbagliata o confusa».


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Coronavirus e bambini: parti dalla classica influenza

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Si può partire da una situazione già nota ai bambini, come l’influenza stagionale: per i piccoli i suoi sintomi – raffreddore, mal di gola, febbre – possono essere familiari, perché magari l’hanno già sperimentata. «Possono comprendere facilmente che il virus si trasmette stando a contatto con le altre persone e frequentando luoghi affollati», ha aggiunto l’esperta.

Certo, una “normale” influenza non fa chiudere le scuole per settimane in tutto il Paese e non spinge a usare le mascherine, rivoluzionando la quotidianità di tutti. E far comprendere questo a un bambino può essere più difficile.  Ecco cosa suggerisce la professoressa Costantino. «Lo spunto migliore è quello di raccontare che è una situazione nuova, per la quale non abbiamo ancora soluzioni adatte, e che giustamente quindi ci preoccupa, perché potrebbe fare ammalare tante persone, troppe tutte in una volta. Non sappiamo ancora quali siano le medicine giuste, e quando avremo disponibile un vaccino efficace».

Ha poi proseguito la specialista: «Questo è un punto di partenza anche per spiegare ai più piccoli l’importanza delle regole di prevenzione, come lavarsi spesso le mani e utilizzare fazzoletti usa e getta. Tutte azioni che possiamo trasformare in gioco, in complicità con gli adulti, dando piccoli incarichi importanti ai bimbi e facendoli sentire coinvolti ma soprattutto che permettono di sentirsi un po’ meno impotenti, c’è qualcosa che possiamo fare che diminuisce il rischio, anche se non lo azzera».

Norme igieniche e gestione dell’ansia: l’esempio degli adulti

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Altro aspetto fondamentale su cui ha fatto leva la professoressa è «evidenziare gli aspetti che ci possono sostenere e rassicurare: l’Italia ha una sanità che funziona bene, e ci sono tanti esperti che stanno lavorando per trovare una soluzione. Rispettare le norme igieniche, quindi, è il contributo che ciascuno di noi (compresi i più piccoli!) può dare per diminuire il numero di quelli che si ammalano e tornare al più presto alla vita di tutti i giorni».


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Ovviamente è fondamentale il comportamento dei grandi. Ha dichiarato la professoressa: «Gli adulti devono imparare a gestire la propria ansia perché se non siamo in grado di controllare il panico, i nostri figli lo capiscono subito. Serve mettere in campo strategie che abbassano il nostro stress, come concentrarsi sul respiro, o spostare l’attenzione sulle cose che ci aiutano a stare bene, per riuscire a dare spiegazioni semplici e realistiche, ovviamente adattate all’età del bimbo, ma che non devono dare l’impressione di minimizzare il problema o peggio di sembrare “onnipotenti”».

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E ancora: «È meglio essere chiari e dire la verità, e cioè che non sempre quello che accade è sotto il nostro controllo. Il messaggio più fondamentale da trasmettere è questo: è un momento difficile, ciascuno deve poter fare il proprio meglio, e bisogna avere fiducia e gratitudine per tutti coloro che stanno lavorando sodo per risolvere il problema».

Ha concluso la professoressa Costantino: «Non dobbiamo trasmettere ansie ingiustificate, o false illusioni che non esista alcun pericolo, o peggio che il pericolo si annidi su qualsiasi maniglia toccata o stando vicino a una persona cara. Se riusciamo a fare questo, a dare loro la migliore serenità avremo lasciato una traccia che darà loro nuovi strumenti per il futuro».



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