Circoncisione: reato o no?
Circoncidere un bambino solo su motivazioni di natura religiosa è un reato. Così dice la storica sentenza del tribunale di Colonia in Germania, che ha stabilito esattamente che “il corpo di un bambino viene modificato in modo duraturo e irreversibile con la circoncisione”. Ovviamente, la sentenza non poteva non suscitare una scia di proteste, soprattutto da parte della comunità ebraica in Germania.
Il Consiglio Centrale degli Ebrei infatti, non ha tardato a diffondere una nota nella quale si può leggere, in riferimento alla sentenza in questione, che si tratta di un “intervento gravissimo e senza precedenti nelle prerogative delle comunità religiose”. Infatti, la circoncisione è una pratica che viene avallata da tradizione ebraica, come si può continuare a leggere nella nota firmata dal presidente del Consiglio centrale degli ebrei, “è un elemento essenziale della religione ebraica ed è praticato da migliaia di anni ovunque nel mondo”. Ma il tribunale di Colonia, non ha potuto non porre alla luce un elemento essenziale dei diritti del bambino, cioè quello alla sua ‘integrità fisica’, che in questo caso ‘deve prevalere sul diritto dei genitori’, considerando quindi a tutti gli effetti la circoncisione una pratica “contraria all’interesse del bambino che dovrà decidere più tardi e consapevolmente della sua appartenenza religiosa”. Tale pratica infatti, almeno in Germania, viene praticata ogni anno su un numero considerevole di bambini soprattutto ebrei e musulmani, sotto diretta richiesta da parte dei loro genitori. Ma, se si prende in considerazione il fatto che, ad esempio, negli Stati Uniti d’America, la circoncisione viene praticata quasi in maniera sistematica per motivi di natura igienica, si può comprendere come la sentenza di Colonia abbia fatto infuriare alcune comunità religiose, come quella ebraica.
Leggi anche: Circoncisione: a cosa serve, quali sono i vantaggi e come viene fatta