Brachicardia: cos’è e quando bisogna preoccuparsi

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07/06/2020

Con i termini brachicardia o bradicardia si indica un rallentamento della frequenza cardiaca rispetto alla media considerata normale per la fascia d’età. Per un adulto medio, si parla di bradicardia quando la frequenza scende sotto i 60 battiti al minuto, mentre per un bambino appena nato, per esempio, una frequenza di 100 bpm può essere valutata già come bradicardica e per un anziano la soglia considerata accettabile può scendere anche ai 50 bpm. Anche lo stile di vita individuale deve essere considerato prima di allarmarsi di fronte a una diagnosi si brachicardia: molti atleti e individui allenati, infatti, presentano frequenze cardiache molto basse senza che a queste sia associata alcuna patologia.

Brachicardia: le possibili cause

Nonostante in alcuni casi possa essere considerata fisiologica, comunque, la brachicardia è manifestazione in genere di un problema al sistema elettrico del cuore. Nei casi più comuni si tratta di un’anomalia nel funzionamento del nodo seno-atriale, il meccanismo che regola il ritmo di carica e scarica della pompa cardiaca, ragione per cui si parla di bradicardia sinusale. In alcuni casi, invece, è implicata la mancata trasmissione dei segnali elettrici ai ventricoli e la bradicardia è in genere più grave. Tra le cause più comuni possono esserci, comunque, anche altre patologie a carico del cuore come infarti, degenerazioni del tessuto cardiaco, infezioni, endocarditi, miocarditi. Condizioni patologiche come il colesterolo alto o l’ipertensione, cattive abitudini come il fumo e l’alcol o un eccessivo accumulo di stress sono registrate, poi, tra le possibili cause della bradicardia. E, in casi più rari, essa è associata anche a uso di droghe o farmaci come i beta-bloccanti e a patologie a carico del fegato come l’ittero.


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Bradicardia nel neonato: cause e conseguenze

Come abbiamo accennato, mentre in un individuo adulto sano si parla di brachicardia quando la frequenza cardiaca scende al di sotto della soglia limite di 60 battiti al minuto, nel neonato il limite è più alto (100 bpm). Le cause di questo disturbo nei bambini appena nati sono generalmente dovute ad un parto prematuro o ad un peso al di sotto della norma. La bradicardia tuttavia non interessa esclusivamente i bambini prematuri. Questa condizione può dipendere anche da altre cause di tipo patologico come una carenza importante di zuccheri nel sangue, il reflusso gastroesofageo, un’infezione in atto e via dicendo.

Brachicardia e sport

La bradicardia non rappresenta sempre un problema: se la frequenza cardiaca è inferiore alla norma è sicuramente meno pericolosa rispetto ad una condizione di tachicardia o di aritmie cardiache. Ne è la dimostrazione la cosiddetta brachicardia dell’atleta, ossia la riduzione dei battiti cardiaci che si verifica in coloro che praticano sport ad alti livelli e che presentano generalmente una frequenza cardiaca inferiore alla norma. Questo consente di ottenere delle prestazioni superiori rispetto agli altri individui e non risulta pericoloso dal punto di vista clinico.

In tal caso dunque la brachicardia va intesa come un adattamento dell’organismo che sia a riposo che sotto sforzo regola il numero di battiti del cuore per riuscire ad ottenere delle prestazioni superiori al normale.

I sintomi della brachicardia

Quanto ai sintomi, i più facili da rilevare in caso di brachicardia sono quelli secondari. Vertigini, difficoltà respiratorie, senso di stanchezza o confusione, dolore toracico, disturbi del sonno o della memoria sono, infatti, le spie più comuni di una frequenza cardiaca alterata. Al giorno d’oggi è possibile misurare i battiti cardiaci con semplici strumenti quindi tenere monitorata la frequenza cardiaca non è più complesso come un tempo. Anche i misuratori di pressione arteriosa permettono di controllare questo parametro e tenere sotto controllo le variazioni durante l’arco della giornata.

Diagnosi ed esami

Perché la diagnosi sia completa, il paziente va sottoposto a elettrocardiogramma per rilevare l’attività elettrica del cuore, meglio se ripetuto sotto stress o per un periodo prolungato di tempo. Anche analisi del sangue mirate a escludere una condizione di ipotiroidismo o quantità eccessive di potassio, per esempio, possono essere utili a conoscere (e curare di conseguenza) possibili cause della bradicardia.


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Il paziente inoltre può tenere monitorata la propria frequenza cardiaca in ogni momento, grazie ai moltissimi strumenti che abbiamo oggi a disposizione come i cardiofrequenzimetri ed i misuratori di pressione arteriosa.

Cure e trattamenti per la brachicardia

Il trattamento della bradicardia, del resto, non può prescindere dalla rilevazione delle cause a cui essa è connessa e dalla loro eventuale eliminazione. La terapia è normalmente di tipo farmacologico e mira a risolvere, appunto, le condizioni di ipercolesterolemia, disfunzioni tiroidee o le infezioni a carico del muscolo cardiaco che, si è visto, possono essere la causa della bradicardia. Nel caso, invece, in cui essa sia collegata all’uso di farmaci o droghe, la terapia va sospesa o adeguatamente rivista e la persona affetta da dipendenza sottoposta a specifici trattamenti. Chi soffre di brachicardia di origine nervosa dovrebbe provare, invece, ad allontanare le principali cause di stress. Nei casi più gravi, quando a essere coinvolte sono le funzionalità elettriche del cuore andrebbe preso in considerazione, infine, l’impianto di un pacemaker.



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