Basta la laurea per essere dottore?
Molto interessante, la lettera inviata al direttore di quotidianosanità.it da Eleonora Franzini Tibaldeo, una studentessa di Medicina a Torino. Interessante soprattutto per il grande quesito che pone: basta effettivamente una laurea in medicina per fare il dottore?
In particolare, il quesito posto nasce da una riflessione che riguarda la tappa obbligatoria della specializzazione, che impone ulteriori anni di studio anche dopo aver superato –seppur brillantemente- i 6 di corso di laurea. La studentessa si domanda come mai un infermiere o un operatore sanitario sono giudicati in grado di operare nel proprio campo praticamente fin da subito e un medico no, perché benchè sia laureato, non viene ‘per legge’ giudicato idoneo a sostenere quel tipo di responsabilità. Insomma, una sorta di paradosso nel quale gli studenti di Medicina e Chirurgia come lei sono immersi.
E quali saranno gli effetti di questo ‘paradosso’? Ecco un piccolo stralcio di questa lettera: “Noi giovani presto laureati e futuri medici saremo in grado di curare e relazionarci in maniera coerente con la realtà molteplice e singola del malato e quindi di esercitare la Teknè Iatrikè? Il sempre più marcato imbuto che si sta creando alla fine dei sei anni induce gli studenti a non essere spronati ad un giusto grado di competitività ma a fare di tutto per poter raggiungere l’obiettivo specialità, a discapito, ahimè, dell’attenzione al malato. […]Che questa sia un’epoca di paradossi è ormai palese, ma perché quindi non ci si occupa di ciò che è fondamentale ossia delle radici del sistema albero-sanità anziché dei rami e delle fronde?”. Una domanda alla quale presto, si spera, arrivi anche una risposta adeguata.