Azotemia alta e alimentazione
L’azotemia è un parametro che indica la quantità di azoto non proteico contenuto nel sangue ed è evidente che in caso di azotemia al di sopra dei livelli normali, ci si potrebbe trovare in presenza di qualcosa che non funziona nel modo corretto.
Tuttavia, nella maggior parte dei casi si tratta di uno squilibrio alimentare, come accade infatti nelle diete iperproteiche che sono sconsigliate proprio a chi ha problemi renali.
Per capire bene di cosa si tratta è necessario fare un passo indietro e vedere quale è il meccanismo che determina la presenza di azoto non proteico nel sangue.
Le proteine che si assumono con l’alimentazione vengono catabolizzate dal fegato e il risultato di questa azione è l’urea che a sua volta contiene l’azoto.
L’urea viene eliminata dai reni attraverso il filtraggio del sangue, ma durante questa operazione di pulizia, non tutte le scorie azotate vengono eliminate e quindi quelle residue si accumulano nel sangue determinando il livello di azotemia.
Di norma potrebbe trattarsi di una ridotta funzionalità renale o anche del fatto che si assume troppa poca acqua durante la giornata rispetto alla quantità minima necessaria, per cui a volte basta bere di più, per riportare i livelli di azotemia sui valori normali che, in un individuo sano, senza problemi di funzionalità renale e che adotta un corretto regime alimentare, sono compresi nel range di 22-46 mg/dl.
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Un livello di azotemia alto è, di norma, la conseguenza di una dieta alimentare fortemente sbilanciata a favore delle proteine che sono poi quelle a determinare la produzione di scorie azotate.
Questo è uno dei motivi per cui certe diete estreme sono del tutto sconsigliate. In caso di azotemia alta vanno, quindi, evitati o decisamente limitati una serie di alimenti tra i quali prosciutto crudo, salame, bresaola, grana, carne rossa, merluzzo o nasello, tonno fresco, petto di pollo, e soia.