Autismo: come diagnosticarlo?
Una diagnosi precoce dell’autismo è un fatto raro, un evento molto difficile, in quanto, soprattutto nei primi anni di vita del bambino, è difficile per un genitore distinguere i segni caratteristici dell’autismo dai capricci o da altre manifestazioni di insofferenza.
Poterlo fare per tempo, sarebbe molto importante, poiché poter intervenire tempestivamente può a volte fare la differenza su quella che sarà la vita futura del bambino.
Di disturbo autistico soffrono l’1% dei bambini nel nostro Paese, con una nettissima prevalenza maschile, 3 casi su 4.
La difficoltà sorge dal fatto che il medico di famiglia, al quale i genitori si rivolgono come primo approccio al problema, a volte non ha le competenze necessarie per riconoscere il disturbo, soprattutto se gli si sottopone il problema quando il bambino ha meno di 2 anni.
I parametri su cui si basa la diagnosi, sono comportamentali e, in particolar modo, relativi alle relazioni sociali del bambino, e questo diventa evidente a partire dl 3°-4° anno di età.
Un’altra difficoltà è rappresentata dalla disinformazione delle famiglie, e quindi dei genitori, che non sono in grado il più delle volte di distinguere un sintomo di autismo da una manifestazione di insofferenza o da un capriccio, e questo rende le cose ancor più difficili.
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Se poi si aggiunge il fatto che spesso sono gli stessi genitori a negare a se stessi la possibilità che il proprio figlio sia portatore di un qualunque disturbo, è di tutta evidenza che la diagnosi precoce diventa una vera impresa.
Le manifestazioni caratteristiche di un soggetto autistico, quelle che dovrebbero spingere i genitori a rivolgersi tempestivamente ad uno specialista, sono molto varie.
– il soggetto manifesta una spiccata tendenza ad isolarsi dagli altri;
– i rapporti sociali sono difficili e il bambino manifesta una certa difficoltà a stare in compagnia;
– le manifestazioni affettive sono decisamente carenti, se non addirittura assenti, anche nei confronti dei propri genitori;
– si tende a ripetere ossessivamente parole o frasi o anche gesti;
– la comunicazione è complicata dal fatto che spesso i soggetti autistici tendono ad usare maggiormente la gestualità rispetto alla parola;
– manifestazioni di ansia e collera concomitanti, senza una apparente causa scatenante;
– apparente insensibilità al dolore e movimenti e gesti spesso incongruenti.
Se uno o più manifestazioni del genere sono, non occasionali, bensì ricorrenti, è opportuno rivolgersi senza indugio ad un medico specialista.