Asma bronchiale: sintomi e cura
L’asma bronchiale è una malattia respiratoria ostruttiva di particolare gravità, la terza causa di morte nel mondo, ed esordisce in età infantile.
In effetti si tratta di una malattia che colpisce 3 bambini su 100 in forma cronica e interessa in particolare i Paesi industrializzati, in quanto è causata da una sempre maggiore presenza di inquinanti aerei, tanto da essere una malattia in continua crescita.
Tuttavia, le cifre indicate sono, come accade spesso, sottostimate in quanto, soprattutto al suo esordio che ricordiamo avviene nella prima infanzia, viene confusa con un normale affaticamento respiratorio dovuto ad una forma di raffreddore prolungato nel tempo, o ad un’altra causa qualunque.
Questo errore, può a volte pregiudicare la tempestività della diagnosi e , quindi, della cura con conseguente aggravamento della malattia.
Trattandosi di una malattia cronica, non potrà registrare guarigioni, tuttavia con la giusta terapia è possibile condurre una vita pressochè normale, purchè si adottino alcune precauzioni.
Sintomi
Per chiarire le idee circa i sintomi, in modo da non cadere nell’errore di sottovalutazione del problema, si ricorda che si tratta di asma bronchiale quando il paziente avverte sibili o fischi al torace, marcata difficoltà respiratoria dopo un’attività fisica piuttosto intensa, crisi respiratoria a riposo e al risveglio, caratterizzata dalla presenza di sibili respiratori accompagnati occasionalmente da una crisi di tosse.
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In presenza di uno o più di questi sintomi, è necessario rivolgersi al proprio medico curante che indirizzerà il giovane paziente dallo pneumologo, lo specialista per le malattie respiratorie.
Se i bambini asmatici vengono trattati correttamente e tempestivamente, possono anche condurre una vita normale, praticamente simile a quella dei coetanei, anche se dovranno necessariamente limitarsi nelle attività fisiche che non possono essere particolarmente intense.
Va detto che è importante che i genitori trattino il loro figliolo in maniera assolutamente normale, in modo da non farlo sentire diverso rispetto ai suoi compagni, e devono altresì coinvolgere gli insegnanti in modo che anche loro trattino il ragazzo come uno dei tanti.