Anoressia: cos’è e come si affronta?
Anoressia. Se ne sente molto parlare, ma spesso accompagnata da imbarazzo o, in alcuni casi, reticenza. Questo probabilmente a causa della grande strumentalizzazione che, a livello sociale, si è creata intorno all’argomento. Ma cerchiamo di capire bene di cosa si tratta.
La parola ‘Anoressia’, sta a designare una importante riduzione –o addirittura mancanza- di appetito che, se non affrontata per tempo, nei casi più gravi e persistenti, può portare addirittura alla morte. Un problema quindi, che va affrontato in maniera diretta e tempestiva. Ma, a prescindere dalle strumentalizzazioni sociali poc’anzi accennate, l’anoressia può derivare da diversi fattori. Solitamente, la tipologia di anoressia più conosciuta, è quella che deriva da cause di tipo psichico. In questi casi, si tratta di ‘anoressia nervosa’ e colpisce prevalentemente il sesso femminile, in una età compresa tra i 10 e i 30 anni, con picchi che si palesano tra i 14 e i 18 anni.
Dietro a questa anoressia nervosa, spesso si celano problematiche legate alla percezione del peso: paura di ingrassare, ad esempio, ma anche dimorfismo corporeo, cioè una percezione errata del proprio corpo che tende ad incidere pesantemente sull’autostima del soggetto. Accanto a queste cause di natura psicologica, se ne aggiunge una terza, cioè un’esigenza di perdere peso in maniera importante che però, se mal interpretata, tende a diventare una vera e propria ‘mania’, accompagnata da disturbi di natura fisica che possono portare a danni anche molto seri.
Leggi anche: Anoressia: come riconoscere e curare questo disturbo alimentare
Un altro ‘sintomo’ che riconduce all’anoressia, è l’assenza di ciclo mestruale, a partire da tre cicli in poi (amenorrea). Una corretta ed approfondita indagine circa le varie cause ed origini dell’anoressia, può sicuramente risultare una strategia vincente nella risoluzione di questa condizione.