Alzheimer: come riconoscerlo?
Si tratta di una malattia degenerativa che investe il cervello. Nello specifico, si instillano una serie di processi che portano ad un lento ma progressivo decadimento che interessa in particolare la memoria e le funzioni cognitive in generale.
Questo, crea una grande difficoltà nello svolgere le normali attività di tutti i giorni, con una perdita conseguente dell’autonomia personale. Allo stato attuale dei fatti, ancora non sono state individuate le cause specifiche che portano a tale degenerazione, seppur da oltre un secolo si svolgono studi approfonditi circa questa malattia. Si è parlato di origine virale, autoimmune, tossica, genetica, ma nessuna di queste è stata comprovata. I sintomi attribuibili all’Alzheimer, quando iniziano a palesarsi, spesso trovano difficoltà di interpretazione, in quando non subito facilmente distinguibili dai comuni disturbi dovuti all’invecchiamento.
In ogni caso, si parla in primis di problemi di memoria che compaiono per primi in un caso di Alzheimer. E, più precisamente: dimenticanze circa i fatti più recenti, difficoltà nello svolgere azioni semplici come abbottonarsi o allacciarsi le scarpe. Una difficoltà nel riconoscimento degli oggetti più utilizzati, disorientamento spaziale e temporale, perdita di capacità di giudizio e, in generale, grande difficoltà nel compimento di qualunque operazione logica o matematica.
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Ma, diagnosticare l’Alzheimer non è sempre una cosa facile, nemmeno per il medico. Infatti, tutti tali sintomi sono riconducibili anche ad altre patologie. L’indagine medica quindi, sarà volta innanzitutto ad escludere la presenza di ogni tipo di patologia che presenta gli stessi sintomi e solo allora, si paleserà la diagnosi dell’Alzheimer. Purtroppo, ancora non esiste una cura in grado di guarire i pazienti affetti da Alzheimer, anche se la ricerca continua ad andare avanti, cercando di dare risposte.